La Capitale progetta i Giochi dell'ecologia

Il primo passo è stato fatto, e non poteva esserci inizio migliore: maggioranza e opposizione per una volta unite sotto l'unica bandiera dello sport e con un unico obiettivo: portare i Giochi del 2020 a Roma. La mozione che impegna il sindaco e la Giunta comunale tutta a promuovere e lavorare in ogni modo per ottenere le Olimpiadi ha come primo firmatario Francesco Rutelli. Proprio la stessa persona che, neanche due anni fa, era stata avversaria di Alemanno in una campagna elettorale senza esclusione di colpi. Ma stavolta il fine è troppo alto per perdersi in dispute strumentali. «Esattamente 2.000 anni fa, nel 10 dopo Cristo - ha detto Rutelli - a Roma fu completato il restauro del Tempio della Concordia. È simbolico che proprio oggi, concordia sia la parola che maggiormente rappresenta il clima dell'Aula Giulio Cesare». Detto fatto: la mozione passa con 55 voti favorevoli, zero contrari, zero astenuti. Da ieri Roma è ufficialmente in corsa per i Giochi. È il sindaco Alemanno, dopo aver abbandonato il suo scranno per stringere la mano a Rutelli, a tracciare le linee guida di quella che potrebbe essere la seconda Olimpiade nella Capitale: «Il primo fattore che mi viene in mente è l'ecosostenibilità. Se a Londra si è puntato sul wellness noi vogliamo essere ricordati per un'edizione all'insegna del verde. Proprio il 2020 è stato indicato come data cardine nella conferenza sull'ambiente di Copenaghen, ed entro quell'anno Roma sarà completamente risanata, a partire dal fiume Tevere, che sarà il vero centro gravitazionale dei Giochi». I fondi per finanziare l'evento, ha sottolineato il sindaco, saranno reperiti tutti attraverso sponsor privati per non gravare assolutamente sul bilancio pubblico. Tutto dovrà svolgersi all'insegna della trasparenza, tanto che verrà creato un apposito comitato di vigilanza, accanto a quello organizzatore, per evitare qualsiasi tipo di spreco. L'esperienza dei Mondiali di nuoto, con i 18 milioni di euro di deficit, brucia ancora, e Alemanno non vuole scottarsi più. I primi dettagli riguardanti il villaggio olimpico verranno resi noti martedì prossimo, ma già si sa che si tornerà a puntare sulla Città dello Sport di Tor Vergata, rimasta incompleta prima dei Mondiali di Nuoto. L'ha chiesto Veltroni con una lettera spedita ad Alemanno, l'ha ribadito lo stesso sindaco: «Tor Vergata è parte fondamentale del progetto, dobbiamo reperire i capitali per completare tutti i lavori». Senza dimenticare, ovviamente, tutti gli altri quartieri e le periferie, con la creazione di un'impiantistica di base che resti anche dopo l'evento a colmare le lacune attuali della Capitale: «Una città olimpica - ha detto il sindaco - è una città che consenta a tutti i cittadini di qualsiasi rione di poter praticare sport senza ostacoli». Ma il vero asso nella manica della candidatura romana potrebbe essere il coinvolgimento dell'Aquila: «Oggi stesso (ieri, ndr) chiamerò il sindaco Cialente - ha svelato Alemanno - perché voglio che a L'Aquila si svolgano alcuni degli eventi decentrati dei Giochi. Ad esempio gli incontri eliminatori del torneo calcistico». La marcia è cominciata, ora è necessario che tutte le componenti si muovano nella stessa direzione. In questo senso sono state importanti anche le dichiarazioni del presidente della Provincia Nicola Zingaretti, che ha annunciato che la settimana prossima anche Palazzo Valentini voterà una mozione per sostenere la candidatura. L'avversaria, Venezia, «merita il nostro rispetto e va guardata con attenzione - ha spiegato Rutelli - ma Roma può offrire al mondo quello che nessun'altra città ha: la storia, il cinema». «Ripartiamo dal 1960 - ha detto visibilmente emozionato Nino Benvenuti, ospite d'onore in Campidoglio - perché quella fu un'edizione che gli stessi atleti ricordano come irripetibile, indimenticabile». «Roma è una città che pensa in grande - ha concluso il presidente del Consiglio comunale Marco Pomarici - e per storia cultura e tradizione ha il dovere di candidarsi e il diritto che questo evento le sia restituito».