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L'Ordine che punisce solo i giornalisti «non a sinistra»

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Tuttavia,lo stesso Tribunale fascistissimo non dimenticò del tutto il garantismo e le fondamenta della cultura giudiridica liberale, producendo assoluzioni mirabili. Nel regime comunista, ovviamente, zero spiragli di libertà e, anzi, occhiuta vigilanza rivoluzionaria, con tanto di galera, tortura, Gulag e colpo alla nuca sul ciglio della fossa comune, per far tacere qualsivoglia voce meno conforme. L'Italia repubblicana, proprio perché nata da un compromesso quasi sempre ai danni dei principi liberali, è stata capace, specie riguardo all'informazione, alla libertà di stampa e al''espressione del pensiero, di ereditare l'autoritarismo fascista e il totalitarismo comunista. Dai reati di opinione sino alla diffamazione a mezzo stampa, sino a 5 anni di reclusione quando tocca i poteri forti - lo sa bene chiunque abbia criticato pm e giudici -, la giustizia penale italiana è puntigliosamente disegnata ed amministrata, per perpetuare il sistema poliziesco. Specularmente alla barbarie dell'arma penale, in luogo del processo civile, da noi esiste un fossile come l'Ordine dei Giornalisti, nonché il sindacato unico della categoria, proprio come nella Mosca degli anni Trenta. Da noi, non essendo caduto il Muro, il provetto giornalista sente l'orgoglio d'appartenere al quarto potere, solo quando debba far le pulci a Berlusconi. L'Ordine a pensiero unico accetta il giornalista, che, per anni, sia stato riccamente ospitato e remunerato non dal suo editore, bensì direttamente dall'Unione sovietica. Fu il caso di Giulietto Chiesa, mai sanzionato, anzi neppure spettinato. Se poi si è anche stati tra i firmatari dell'appello contro il commissario Calabresi, allora la carriera è assicurata. Renato Farina, reo di non essere mandante morale di alcun omicidio e di aver collaborato non con i benemeriti servizi segreti di Fidel Castro o di Kim Il Jong, bensì con il Sismi, è stato, invece, radiato dall'Ordine. Ed ora, sulla base di un esposto, peraltro infarcito di falsità, il Consiglio dell'Ordine regionale della Lombardia ha aperto un procedimento disciplinare a carico di Vittorio Feltri. Feltri è un grande giornalista, ma non di sinistra, e questa è già una prova logica. Inoltre, ha applicato alla lettera la Costituzione, consentendo al cittadino-scrittore Renato Farina di esprimere liberamente il proprio punto di vista su Libero e, quindi, su Il Giornale. Per il Prolet'kult, pardon, per l'Ordine si staglia l'effetto boomerang.

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