Bertolaso a Haiti
La parola d'ordine è coordinazione. Il paradosso della tragedia di Haiti è tutto qui: il mondo intero è al capezzale dell'isola caraibica ferita gravemente dal terremoto ma la gigantesca macchina di aiuti, mezzi e uomini che s'è messa in moto non riesce a raggiungere i suoi obiettivi. «A rendere difficili le cose ad Haiti è l'assenza di un interlocutore locale, in un momento in cui tutti sono disponibili ad intervenire, ma nessuno si prende la responsabilità di fare le cose serie» ha confermato il Capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, che ieri sera è partirà per Haiti per coordinare la missione italiana. «La situazione è grave - ha spiegato Bertolaso - il governo di Haiti non è nelle condizioni di poter coordinare nulla, mentre le Nazioni Unite sono giustamente abituate ad intervenire sulla base di un rapporto con il governo locale, così come gli altri Paesi intervengono su una base di una richiesta dello stesso governo locale». «Abbiamo visto all'Aquila - ha aggiunto Bertolaso - che non si può attendere il consenso di tutti quando si gestisce un'emergenza, bisogna fare delle scelte anche contrastate e criticate, ma bisogna pur sempre andare avanti». Bertolaso ha comunque precisato che la tragedia abruzzese non è paragonabile con quella caraibica. «Ad Haiti incontreremo membri dell'Onu e del governo locale, faremo un lavoro di coordinamento insieme al team dell'Unione europea che sarà guidato da un italiano, Luigi D'Angelo, a riprova della nostra credibilità internazionale e a livello europeo». Nelle aree terremotate, ha spiegato, «non faremo un intervento a macchia di leopardo, ma in un'area specifica per creare alloggi, per realizzare una tendopoli e per dare assistenza sanitaria, visto che nella zona ci sono ora dei rischi sanitari». Insieme a Bertolaso è partito anche il commissario della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca. «A breve saranno pronti in loco cucine, per circa 1.500 pasti al giorno, e impianti di potabilizzazione, per 8.000 litri d'acqua all'ora, in totale 37 tonnellate di materiale - ha spiegato Rocca - Saremo in grado di assistere 60 mila famiglie sul posto, con i 5 voli in arrivo e 6.500 kit per famiglia e 500 tende». Intanto dal mondo cattolico si leva la voce critica di Pax Christi Italia. «Questa grande portaerei lunga 235 metri, che è costata oltre 1.200 milioni di euro, pari alla somma raccolta nel mondo dopo la prima settimana dal terremoto di Haiti - si legge in una nota - e che ogni ora di navigazione ad alta velocità consuma 25.000 litri di carburante, porterà aiuto alla vittime del terremoto. Ci chiediamo quante sale operatorie od ospedali da campo si potevano e si possono realizzare con una spesa così folle?».