Al lavoro a 15 anni invece che a scuola
Già a dicembre nell'opposizione era scattato l'allarme sull'intenzione del Governo di estendere l'assolvimento dell'obbligo scolastico anche all'apprendistato e oggi il proposito si è tradotto in atto concreto: un emendamento al ddl lavoro, collegato alla Finanziaria, approvato dalla commissione Lavoro della Camera prevede questa possibilità con il risultato che, di fatto, si potrà cominciare a lavorare come apprendisti già a 15 anni e questo varrà come se si fosse stati in classe. Il progetto ha sollevato un vespaio di polemiche da parte di opposizioni e sindacati mentre il ministro Gelmini ha assicurato che «l'assolvimento dell'obbligo di istruzione attraverso un vero contratto di lavoro, retribuito secondo i contratti collettivi di lavoro, rappresenta una possibilità ulteriore di contrasto al fenomeno della dispersione scolastica». «La maggioranza e il ministro Sacconi hanno deciso di fare carta straccia dell'obbligo scolastico», ha commentato Giuseppe Fioroni, responsabile Pd area Welfare ed ex titolare del dicastero di viale Trastevere. «Ancora una volta il governo Berlusconi, totalmente incapace di riforme si impegna a distruggere quelle fatte togliendo opportunità di futuro ai giovani e di sviluppo economico per il Paese», ha aggiunto la collega Mariangela Bastico annunciando che il Partito Democratico intende opporsi «duramente» a questa «scelta scellerata che fa tornare indietro il Paese». «Ci troviamo di fronte a un governo ignorante che incita all'ignoranza», ha osservato Antonio Borghesi, vice capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera mentre la Fgci invita il Capo dello Stato a «stoppare» la norma in questione. Durissima la Cgil che parla di «ultimo atto dello smantellamento di un vero obbligo scolastico». «Prevedere questo - ha dichiarato il segretario della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo - significa mettere in discussione l'essenza stessa dell'obbligo scolastico che va assolto nei percorsi di istruzione e formazione e non attraverso l'apprendistato che nella maggior parte dei casi si traduce in un lavoro vero e proprio dove di apprendimento c'è ben poco». Contraria anche la Uil che rivolge un «pressante» invito alla maggioranza di Governo a non procedere in questa direzione. «Questo provvedimento di fatto - ha dichiarato il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna - elimina l'obbligo di istruzione a 16 anni prefigurando un brusco ritorno al passato». Più pacato il dissenso della Cisl. «L'emendamento - ha dichiarato il segretario confederale Giorgio Santini - approvato in modo frettoloso e senza nessuna consultazione delle parti sociali, deve essere corretto prima dell'approvazione in Aula del Ddl Lavoro prevista per la prossima settimana». Per la Rete degli studenti l'emendamento Cazzola «traduce in legge la proposta di Sacconi di qualche settimana fa di mandare i giovani a raccogliere le arance al posto degli immigrati a Rosarno». Ma il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi respinge le critiche definendole «ideologiche». "Oggi in Italia - spiega - migliaia di giovani tra i 14 e i 16 anni, superata la scuola media, nè studiano nè lavorano e talora lavorano in nero. Non si tratta per nulla di anticipare l'età di lavoro, ma di consentire il recupero di un giovanissimo demotivato a seguire gli altri percorsi educativi attraverso una piu« efficace modalità di apprendimento in un contesto lavorativo".