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Vendola indagato la Procura smentisce a metà

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Lanotizia della possibile iscrizione del governatore della Puglia Nichi Vendola nel registro degli indagati, nell'ambito di una inchiesta che punta a far luce su un concorso da primario in un ospedale della Provincia di Bari, altera e rende sempre più velenoso, inesorabilmente, il duello tra il leader di Sinistra e Libertà e l'economista del Pd Francesco Boccia, entrambi in corsa per la candidatura alle amministrative di marzo. In mattinata il procuratore della Repubblica di Bari, Antonio Laudati, aveva annunciato un comunicato per chiarire il quadro riguardante il presidente della Regione. E solo dopo cinque ore la nota un po' "bizantina" diffusa ai media non chiarisce del tutto la posizione del leader della sinistra alternativa. «Nei confronti del presidente della giunta regionale pugliese - spiega Laudati - non vi sono nel registro degli indagati di questa procura iscrizioni suscettibili di comunicazione». La formula si presta a svariate interpretazioni e tutte contribuiscono a colorare di giallo la querelle. L'unica certezza è che non sia una smentita secca dei boatos. Si tratta, infatti, di una precisazione tecnica, giuridicamente ineccepibile, ma dalla doppia interpretazione: la prima evidenzierebbe che Vendola non sia iscritto nel registro degli indagati; la seconda che sia iscritto ma l'iscrizione sia secretata. Nichi, dopo una giornata di tensione, ha commentato positivamente la posizione della Procura: «Le parole di Laudati confermano uno stile di lavoro che mi conferisce la piena fiducia nell'operato della magistratura. Nessuna persona per bene può sentirsi minacciata dall'esercizio del controllo di legalità». In serata, con un video su Youtube, ricalibra la sua posizione. «Ho la coscienza di avere lavorato al servizio della Puglia e dei pugliesi. Se fosse vera la mia iscrizione nel registro degli indagati, sia pure accompagnata, così si può leggere nelle cronache giornalistiche, da una richiesta di archiviazione, devo confessare che resto completamente sereno». Il leader del Pd Massimo D'Alema, intanto, da un lato manifesta al pari di Francesco Boccia, solidarietà al compagno-governatore («Esprimo la mia personale convinzione dell'assoluta correttezza dei comportamenti di Vendola»), dall'altro gli riserva un attacco politico senza mezzi termini: «Noi vogliamo mettere insieme le tre forze di opposizione al governo. Lui non garantisce questa alleanza. E sui manifesti elettorali scrive lo slogan "Solo". Noi siamo per la coalizione dell'unità non per la solitudine».

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