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"Fisco, la riforma entro il 2013"

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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Tremonti torna sul tema della riduzione delle tasse. Dopo lo stop di Berlusconi a tagli immediati a causa dell'alto debito pubblico e delle incertezze della crisi, ieri il ministro dell'Economia è tornato sull'argomento per far intendere che non c'è una chiusura da parte del governo ma solo un rinvio. Dopo le elezioni regionali si apre un periodo di tre anni di tregua elettorale, fino alla primavera del 2013, e quello sarà il periodo adatto per fare la «riforma delle riforme», quella del fisco. È questo lo scenario prospettato da Tremonti a Berlusconi nell'ultimo incontro. Avviare il lavoro dopo le Regionali significa mettere al riparo la riforma del fisco «da speculazioni elettorali o dall'avventurismo demenziale». Cambiare il sistema è un percorso obbligato, giacchè, spiega il titolare del Tesoro, la normativa attuale disegnata negli anni '60 e da allora infinitamente rattoppata, «riflette un mondo che non c'è più». La riforma non porterà nuovi oneri; «si finanzierà al suo interno, spostando il prelievo dalle persone alle cose ed eliminando gli eccessi di complicazione». Quanto al metodo, sarà quello del confronto. «All'Aquila si terrà il coordinamento dei lavori - afferma Tremonti - si raccoglieranno carte ed idee, si ascolteranno tutte le istituzioni interessate» e poi precisa: «questo non è immobilismo o rallentismo ma positiva determinazione del fare». Nell'immediato, Tremonti esclude la possibilità di una riduzione della pressione fiscale ma «non è affatto escluso che nel tempo a venire - dice - si possano aprire finestre di opportunità per riduzioni fiscali ma queste devono essere sottoposte al vincolo della disciplina del bilancio». Tremonti, rispondendo alle critiche che hanno suggerito o un taglio delle tasse o un'uscita dal partito, incalza e afferma: «un conto è proporre di tagliare le tasse per 20-30 miliardi con un taglio ugualmente virtuoso e simmetrico della spesa per servizi e consumi intermedi delle Regioni. Un conto è uscire dall'astrattismo e proporre di tagliare le tasse con la macelleria sociale del taglio alla sanità». Su questo Tremonti è categorico ma aggiunge che il Governo per il 2010 punta su una crescita dell'1%.

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