L'Aquila, vertice a Roma per evitare una figuraccia
L'AQUILA Tutti a Roma, richiamati in Via dell'Umiltà. Come alunni indisciplinati oggi i parlamentari del Pdl dovranno confrontarsi con i vertici nazionali del partito. Arrivano senza quaderni, con i compiti non fatti senza la giustificazione. I ritardi nella scelta del candidato presidente per il rinnovo dell'amministrazione provinciale dell'Aquila sono diventati insostenibili. Se per quanto riguarda il candidato sindaco di Chieti la scelta si è chiusa in tempi adeguati, sull'Aquila si sta giocando la reputazione di chi, dopo il terremoto si è esposto in prima persona. A cominciare da Silvio Berlusconi che dell'Aquila per mesi ha fatto la sua seconda residenza e che adesso spera e conta di riuscire a conquistare la presidenza dell'unica provincia abruzzese ancora in mano al Pd. Non sarà facile buttare giù dalla poltrona Stefania Pezzopane, presidente uscente e ricandidata dal centrosinistra. Non sarà facile dopo una forte presenza mediatica nei mesi successivi al terremoto del 6 aprile, non sarà facile dopo che è risultata il presidente più gradito d'Italia nell'ultima indagine demoscopica, non sarà facile perché contro di lei al momento c'è il nulla. Ecco perché oggi alle quattordici ci sarà da fare chiarezza. Tutti uniti con idee condivise dentro il centrodestra. Quali idee però non si capisce. Da una parte accordi pregressi e sottoscritti. La Provincia dell'Aquila è in quota An, in base a una suddivisione che ha visto Forza Italia accaparrarsi Teramo e Pescara e l'Udc Chieti. L'identikit del candidato presidente si completa con la volontà di scegliere un politico del capoluogo. Le ultime due candidature provenivano da Sulmona, Palmiero Susi, e dalla Marsica, Berardino Franchi. Tutti uniti e concordi, ma già oggi, con il pranzo ancora non digerito, si potrà scoprire se quelle spaccature interne, che vedono da una parte i parlamentari Filippo Piccone e Fabrizio Di Stefano e dall'altra il capogruppo in Regione Gianfranco Giuliante, sono state di fatto superate come si vuol far credere oppure se il Pdl si sta incartando da solo a poche settimane dal voto. Al momento le proposte sul piatto sono due. Una aquilana, un'autocandidatura: Biagio Tempesta, ultimo sindaco del centrodestra all'Aquila, che però ha troppi elementi negativi legati al suo passato di primo cittadino, a cominciare dal faraonico progetto della metropolitana e dai costi che ancora gravano per essa dopo essere stato abortito a lavori ampiamente in corso. L'altro candidato, sui cui alla fine oggi potrebbe esserci l'ufficialità, è Antonio Del Corvo, consigliere regionale, ex vice sindaco di Celano, fedelissimo del coordinatore regionale Filippo Piccone, che otterrebbe anche il consenso dell'Udc, che domani nella Marsica, ad Avezzano, terrà la conferenza programmatica alla presenza di Lorenzo Cesa. A Roma oggi subito dopo pranzo l'ultimo richiamo dei vertici nazionali, a cui spetta la definitiva investitura. Poi tutti di corsa a Sulmona, dove alle 18 ci sarà il direttivo regionale. Un tavolo di confronto in cui quanto detto poco prima a Roma diverrà linea politica da cui sarà impossibile distogliersi. Il Pdl naviga a vista e le acque sono sempre più agitate. Affondare a L'Aquila dopo l'impegno di Berlusconi è una pessima figura che va evitata.