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Silvio teme aggressioni Niente tour per le regionali

Massimo Tartaglia, 42 anni, bloccato dalle forze dell'ordine dopo l'aggressione a Milano al premier Berlusconi

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Il timore c'è. La paura di ritrovarsi un'altra volta in situzioni simili a quella di piazza Duomo, a Milano. Allo stesso tempo c'è la voglia di non mollare, di restare tra la gente, di continuare ad avere il contatto diretto con gli italiani. Anche perché, Berlusconi sa essere una carta vincente. Ecco perché non vuole rinunciare a questa possibilità, ma stavolta deve fare i conti con le regole della sicurezza (aumentata in modo vertigionoso) e con un po' di paura rimasta dall'aggressione milanese. Il premier ne parla anche con i ministri durante la riunione di governo, la prima dell'anno. A loro racconta quanto successo, il timore «per altri attacchi», il dover fare i conti con questo quadro anche per l'ormai imminente campagna elettorale. Poco prima di salire al primo piano di palazzo Chigi, nella sala del Consiglio dove si svolgono le riunioni dell'Esecutivo, il Cavaliere si ferma nel cortile interno per ammirare il grande presepe di Natale allestito a pochi metri dalla fontana di travertino che porta lo stemma dell'antica famiglia nobiliare Chigi. È la prima volta che Berlusconi torna a palazzo Chigi dopo l'assenza di circa un mese da Roma per l'aggressione subita il 13 dicembre scorso. Motivo per cui appena cominciata la riunione racconta ai ministri quanto successo, e soprattutto si lascia andare a qualche considerazione sui «continui attacchi» alla sua persona. Innanzitutto le regionali. La prossima settimana ci sarà l'ufficio di presidenza del Pdl, dedicato al quadro delle candidature (doveva essere oggi ma è slittato per i nodi Campania e Puglia). Dopodiché, pronti via con la campagna elettorale. Ci sono Regioni cloù per il centrodestra, pedine importante per la scacchiera politica della maggioranza e del governo. Con i candidati già in fila a richiedere la presenza di Berlusconi «per qualche data». Ma stavolta sarà un po' più difficile. Stando a fonti governative, lo avrebbe ammesso proprio il premier durante la riunione di ieri. Annunciando che non girerà ovunque, come qualcuno sia aspetta. Niente posti a rischio, soprattutto dove c'è tanta gente e magari è più difficile per la scorta poter fare il cordone serrato intorno al Cavaliere. Berlusconi farà solo dei blitz decisi all'ultimo momento per non far venir meno il suo sostegno ai candidati della maggioranza (Pdl e Lega). L'idea è anche quella di utilizzare molto i canali mediatici (stampa, TV e radio) per far arrivare il messaggio laddove non è possibile andare fisicamente. E poi di mettere in campo tutti gli uomini più forti. Così come aveva detto durante il collegamento telefonico con gli europarlamentari nel giorno della Befana, «bisogna darsi da fare tutti per le Regionali. È una partita importante». E poi, ci saranno gli spot, le interviste, i vari slogan elettorali. Sul fenomeno dei "pazzi" e degli squilibrati che possono aggirarsi più facilmente in "situazioni affollate" è intervenuto anche il ministro dell'Interno Maroni, confermando il lavoro del Viminale per garantire ulteriori controlli. Ma chiedendo anche ai ministri di segnalare, se ci dovessero essere, casi particolari di persone moleste. Questo, per poter magari riuscire a intervenire in modo preventivo. E di attacchi il premier ha continuato a parlare anche durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. «Mi attaccano sul piano della persona con la "character assassination" che è stata messa in campo, mi attaccano sul piano patrimoniale, ora non gli resta che attaccarmi sul piano fisico, come hanno iniziato a fare». Ed è qui che usa un motto contenuto nella Bibbia: «Non praevalebunt», da intendersi «i nemici di Dio e della Chiesa non prevarranno».

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