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Anche la Bce invita alla cautela

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L'indicazionepiù forte arriva per la Grecia, alla vigilia della presentazione a Bruxelles del piano di rientro del mega-deficit greco, accompagnato da una forte difesa dell'euro, ma, l'invito al rigore fiscale è rivolto da Trichet a tutti i Sedici che ora devono impegnarsi a mettere in pratica tempestivamente, l'uscita dalle misure di sostegno all'economia. In quest'ottica «i tagli alle tasse devono essere presi in considerazione solo nel medio periodo, quando i paesi avranno riguadagnato sufficiente spazio di manovra». Nel frattempo, i tassi della Bce dovrebbero restare bassi ancora a lungo: Trichet ha spiegato che le aspettative inflazionistiche sono ben sotto controllo, e i mercati, a questo punto, si aspettano tassi fermi fino a fine 2010 se non inizio 2011. A marzo, probabilmente, proseguirà il graduale ritiro degli aiuti straordinari al sistema creditizio. Anche perché la ripresa c'è, pur se incerta e con possibili future frenate della crescita: «Verso la fine del 2009 - ha spiegato Trichet - l'economia dell'euro ha continuato ad espandersi», e la Bce «si aspetta che continui a crescere a tasso moderato nel 2010». Ma non tutti ritengono vincente la strategia di Trichet: «Sostiene l'esatto contrario di quello che è necessario fare per uscire dalla crisi». Questo almeno ciò che ritengono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef, che si chiedono: «Quello che oggi afferma che non c'è spazio per una manovra di taglio delle tasse è lo stesso Trichet che, nel 2008, mentre le istituzioni monetarie di tutti gli altri Paesi riducevano il tasso di sconto, fece salire quello di riferimento Bce al 4,25%, con gli effetti disastrosi che tutti conosciamo?».

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