Si vedono tracce di dialogo
Il vero dato politico del momento è che sotto traccia si muove un filo rosso-blu di dialogo, tanto per scegliere i colori più cari a Bersani e Berlusconi. Certo ci sono mille ostacoli e c’è una campagna elettorale alle porte. Certo c’è a sinistra la preoccupazione che l’insistenza del Cavaliere sulla giustizia comprometta i rapporti con i magistrati (non a caso D’Alema tuona sul tema). Certo c’è una profonda diffidenza reciproca, anche perché il Pdl si appresta a festeggiare una discreta vittoria alle regionali, dove certamente cambierà qualche importante bandiera di governo locale a favore del centro-destra. Nonostante tutto però c’è l’interesse reciproco del premier e del nuovo segretario del Pd nel dimostrarsi capaci di aprire una fase nuova, con la benedizione del Capo dello Stato. A dimostrazione di questo clima ci sono anche le parole di Berlusconi di ieri, poiché (non richiesto) ha chiarito che non c’è spazio per abbassare le tasse quest’anno. È un segnale di grande importanza, rilevante da due punti di vista. In primo luogo perché toglie di mezzo una potentissima arma a sua disposizione in vista del voto di marzo. Inoltre perché mette nero su bianco la volontà di lasciare da parte i toni «gridati» e gli annunci roboanti, cercando di tenere sulla concretezza l’azione di governo (ad esempio con il piano carceri). Se son rose fioriranno, dice il proverbio. Però qualche segnale si vede.