«Basta una deduzione di 3200 euro per figlio»
«Ilquoziente familiare sta assumendo tante sfumature e interpretazioni. Ai nuclei italiani basterebbe un segnale di considerazione da parte del governo. Si può cominciare con una deduzione dal reddito complessivo di 3200 euro a figlio insieme a una detrazione di 300 euro a bambino per chi ne ha più di quattro» spiega a Il Tempo, Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari Anche lei dà i numeri? «Sono solo il risultato di una simulazione che poggia però sulla cifra che il governo aveva messo a disposizione per il bonus famiglia nel 2009. E cioè circa 2,4 miliardi di euro. Non sono stati confermati per quest'anno per metterli a disposizione del sistema degli ammortizzatori sociali. Non contestiamo la scelta ma avremmo preferito che l'impegno a favore dei nuclei fosse trasformato da temporaneo a strutturale». Non c'è speranza che nel corso dell'anno qualcosa cambi? «È il nostro auspicio. La riscrittura delle regole del sistema fiscale può offrire quello che chiediamo sia realizzato da tempo: l'introduzione di una logica a favore della famiglia che sia di lungo termine». È sufficiente l'introduzione della deduzione di 3200 euro a figlio? «È solo una minima parte di quello che servirebbe. In realtà il Forum aveva proposto la creazione di un meccanismo chiamato Bif e cioè «Basic income family». Un termine anglosassone che si riduce a una maxi deduzione per i familiari a carico». In cosa consiste? «L'idea è una deduzione alla fonte. Dal reddito disponibile si toglie una cifra che, secondo noi, corrisponde alla soglia dell'incapienza. Si tratta di circa 7000 euro per ogni membro. Sulla cifra residua si applicano le normali aliquote Irpef. Perché 7 mila euro? «Per l'attuale sistema fiscale sono il reddito minimo che non va tassato e dunque sufficiente ad assicurare la sopravvivenza. È un parametro che rispecchia le spese che una famiglia sopporta per crescere e mantenere un figlio in famiglia». Un sistema che accontenta tutti? «Un figlio vale 7 mila euro di spese sempre e comunque a prescindere dal reddito familiare. Diversa è l'applicazione del quoziente come nel sistema francese. La sua criticità in quel caso e che lo sconto è più alto al crescere del reddito. Certo queste misure hanno un costo elevato. Difficile immaginare la sostenibilità di certi programmi fiscali. Anche per questo abbiamo proposto cifre più basse. Di assegni familiari non si parla più? È un sistema che oggi ha poco appeal. Di fatto quello che viene raccolto non viene integralmente investito dall'Inps a favore dei nuclei familiari. Oggi poi ci sono una serie di figure contrattuali importanti come i contratti a progetto e le partite Iva che ne sono esentati.