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«Sì a Emma» Sabato l'ufficializzazione

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Unascelta non certo indolore visto che all'interno del partito i malumori non mancano (il segretario della storica sezione di via dei Giubbonari ha annunciato che si dimetterà). In ogni caso ieri la leader radicale ha ricevuto l'investitura del segretario Pier Luigi Bersani, del presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti e del segretario regionale Alessandro Mazzoli. Tutti convinti che con Emma si può vincere. Ma se un pezzo del puzzle va al suo posto, tanti altri devono ancora essere sistemati. Ad oggi, compresa la Puglia che è diventata una sorta di soap opera, sono cinque le Regioni in cui il Pd non trova, o fatica a trovare, candidati. In Campania il partito è diviso tra i «bassolinani» che sostengono la necessità di offrire all'Udc la candidatura a governatore (nella persona del rettore di Salerno, Raimondo Pasquino) e quanti affermano che i centristi non sono interessati all'intesa e occorre quindi puntare subito sul sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca. Anche in Calabria il nodo è il possibile accordo con l'Udc che sembrava ormai accasato con il Pdl e, invece, avrebbe riaperto il tavolo delle trattative. E questo ha rimesso in moto coloro che chiedono, pure qui, di offrire la presidenza al partito di Casini. In Umbria non si sblocca il braccio di ferro tra la presidente uscente Rita Lorenzetti (che deve ottenere la deroga al limite dei due mandati consecutivi) e l'ex tesoriere franceschiniano Mauro Agostini. Chiude il quadro il Veneto dove sembra tramontata la candidatura di Laura Puppato e il partito è diviso tra l'appoggio al candidato dell'Udc Antonio De Poli e il lancio di un proprio nome, nella persona del segretario della Confartigianato di Mestre, Giuseppe Bortolussi.

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