Carceri avanti tutta
«Proporrò al Consiglio dei ministri la dichiarazione dello stato d'emergenza nelle carceri italiane». Il ministro della Giustizia Alfano annuncia il suo piano per affrontare il sovraffollamento delle carceri. La capienza sarà portata a 80 mila posti e gli agenti di custodia aumenteranno di 2 mila unità. Il direttore del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Ionta, avrà più poteri. Una cura d'urto per risolvere la drammatica situazione del sistema carcerario portando la capienza dei penitenziari a 80 mila posti dagli attuali 63 mila e incrementando l'organico della polizia penitenziaria di oltre 2 mila unità. È il piano che il ministro della Giustizia Angelino Alfano presenterà nel Consiglio dei ministri di oggi insieme alla richiesta di dichiarare lo «stato di emergenza» nelle carceri italiane. Una iniziativa drastica ma che si ritiene necessaria, ha spiegato il Guardasigilli nel corso dell'intervento alla Camera durante la discussione delle mozioni sulla situazione penitenziaria, per «la gravità della situazione nelle carceri». L'annuncio è stato accolto da un lungo applauso dai deputati del centrodestra. Alfano ha sottolineato che il piano non nasce dal nulla ma rappresenta il proseguimento di una serie di interventi già effettuati dal governo nei 18 mesi di legislatura «durante i quali sono stati creati 1600 nuovi posti negli istituti di pena, un numero analogo a quelli aperti nei dieci anni precendenti». La strategia per risolvere il sovraffollamento, poggia su tre pilastri. Al primo punto vi è un piano di edilizia penitenziaria grazie al quale la capienza delle carceri arriverà a 80 mila posti. Non solo. Alfano ha annunciato che ci saranno anche «delle riforme di accompagnamento che riguarderanno il sistema sanzionatorio e interesseranno coloro che devono scontare un piccolo residuo di pena». In sostanza coloro che hanno ancora un anno di detenzione, potranno veder commutato il carcere negli arresti domiciliari. Il terzo pilastro riguarda gli organici. La polizia penitenziaria non ha i numeri sufficienti per gestire il sovraffollamento delle carceri. Il piano prevede anche un aumento di circa duemila agenti per «migliorare le condizioni di lavoro e la situazione generale delle carceri». L'opposizione si è subito messa di traverso puntando il dito contro lo stato di emergenza. L'attacco è partito dal capogruppo del Pd Dario Franceschini che ha preso di petto Alfano: «Il ministro garantisca che il governo non abuserà dello strumento dell'ordinanza al posto dei normali provvedimenti legislativi in seguito al via libera allo stato di emergenza per le carceri». Il Guardasigilli ha replicato che «non è il preludio di un abuso, ma uno strumento di efficienza». Nel 2010, ha spiegato, «intendiamo realizzare un numero di posti che ci consentano di tamponare l'emergenza, affiancando una serie di norme che deflazionino la presenza in carcere». Alfano ha poi ha sottolineato l'importanza di una strategia che coinvolga la comunità internazionale, visto che il 37% dei detenuti è straniero. «Il detenuto in Italia ha già fatto pagare un costo nel giusto processo e dunque almeno il vitto e l'alloggio li può andare a scontare in patria». E venendo incontro alle richieste del ministro il parlamento europeo ha approvato una risoluzione che prevede l'intervento dell'Europa in materia carceraria.