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Il debutto tra applausi e scorta rinforzata

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Silvio Berlusconi torna a Palazzo Grazioli dopo un mese

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Carico e tonico. Agenda zeppa di appuntamenti, sorridente, pronto a tuffarsi nelle cose da fare. Berlusconi archivia così l'aggressione in piazza Duomo a Milano, anche se ancora qualche segno sul viso c'è. È mezzogiorno quando il corteo delle auto blu si ferma davanti Palazzo Grazioli. Il Cavaliere scende dall'auto e si trova davanti un muro di giornalisti armati di telecamere e microfoni. Ma non solo. Ci sono anche tanti giovani dei club della Libertà, che lo aspettano fin dal mattino con bandiere e striscioni di benvenuto sotto la pioggia. Ed ecco subito la battuta sull'aggressione: «I souvenir perdono di valore e te li tirano appresso...». Parte così con la prima giornata di lavoro, che ha tanto il sapore del primo giorno di scuola, dopo una pausa forzata di quasi un mese. All'ora di pranzo vertice di maggioranza («e non solo sulla giustizia», sottolinea il premier), faccia a faccia con il Capo dello Stato al Quirinale nel pomeriggio, messa a punto dell'incontro (forse domani) con Gianfranco Fini, apertura in grande stile della campagna elettorale per le regionali, lavoro intenso per impostare la stagione delle riforme. Berlusconi si ferma a chiacchierare ostentando una assoluta normalità. Gli uomini della scorta sono ovunque. Seguono ogni sua mossa, aggirandosi anche tra i giornalisti raggruppati dietro le transenne. Ma lui si avvicina senza timore, stringe mani e sorride, offre alle telecamere il profilo giusto e sottolinea che dopo l'aggressione «sono rimasti pochissimi segni, anche se purtroppo per un dente si dovrà fare un impianto». «Ecco avete visto che ho un segnetto appena qua, uno qua e un altro qua» sdrammatizza il premier tracciando con le dita una piccola mappa delle piccole cicatrici che ancora porta sul volto. «In compenso - trova il lato positivo - ho fatto dei muscoli fortissimi....». Si rivolge ai giovani dei circoli per galvanizarli sulla «splendida campagna elettorale» che sta per aprirsi per le Regionali. Ed ancora promette con ottimismo riforme e si congeda da tutti sottolineando i tanti impegni della giornata. «Buongiorno, faccio gli Auguri anche a voi!», sorprende i redattori di "Red Tv", l'emittente di area dalemiana che ha i suoi uffici al piano terra del Palazzo. Berlusconi sembra voler riportare ogni cosa nell'alveo di un confronto civile, di una normale tensione al bene comune, di un ovvio dialogo nel rispetto dei ruoli e senza nemici da odiare. Del resto lo slogan utilizzato per tutte le feste è stato proprio l'invito «all'amore», sentimento capace di sconfiggere l'odio e l'invidia. Ora quello che il Cavaliere sembra cercare è un clima costruttivo, di dialogo e confronto con l'opposizione. Ecco perché sembrano lontane le immagini del 13 dicembre, il volto insanguinato, la corsa al San Raffaele, i cinque giorni di ricovero, la lunga convalescenza nella sua residenza ad Arcore, stretto nell'affetto dei suoi figli e degli amici più cari. Per usare le sue parole, si apre ora «una stagione riformista» condotta all'insegna del dialogo e del contatto con la gente. Perché di certo a questo non vi rinuncerà. Ora torna dopo un mese sul campo, con lo stesso giaccone con la bandiera della Russia in petto e lo stemma di una squadra di wrestling sfoggiato nei giorni scorsi in Francia. «Me lo ha regalato Putin... Ora fatemi andare a lavorare».

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