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È tornato il Cavaliere "del fare" "Avanti su giustizia e fisco"

Silvio Berlusconi

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Avanti tutta con le riforme, a cominciare da quella della giustizia e del fisco. Silvio Berlusconi torna a Roma dopo quasi un mese di assenza forzata. E si butta a capo fitto nelle cose da fare. Vertice di maggioranza sull'agenda di governo, incontro nel pomeriggio con il Capo dello Stato, lavoro con il partito per chiudere il quadro dei candidati per le Regionali, dialogo con l'opposizione. Il tutto passando da un possibile incontro con Gianfranco Fini, forse mercoledì pomeriggio. «Tutto bene. Abbiamo parlato delle cose da fare nei prossimi mesi, dell'agenda di governo». Silvio Berlusconi è appena uscito dal Quirinale, dove ha incontrato il Capo dello Stato. Prima di rientrare a Palazzo Grazioli fa una piccola pausa di shopping in una gioielleria della Capitale. Ai giornalisti che lo seguono fa vedere il volto dove ancora porta qualche segno dell'aggressione di piazza Duomo, a Milano. «Visto? Come mi trovate?...». Il faccia a faccia di un'ora con Giorgio Napolitano è la chiusura di una giornata densa di lavoro, cominciata con il rientro a Roma a mezzogiorno e proseguita fino a tarda sera a Palazzo Grazioli. Il primo appuntamento, il vertice di maggioranza, prevalentemente su quella che per il premier è «una priorità», la giustizia. E lui riparte da qui, da una materia ancora oggetto di attrito tra gli schieramenti e sui cui nella mattina si erano riuniti anche i finiani. Per l'opposizione sono leggi ad personam? «Non voglio più parlare di queste cose, sono leggi ad libertatem e mi indigno soltanto quando sento queste cose, e io non voglio indignarmi». A Palazzo Grazioli arrivano proprio tutti i vertici della maggioranza: ci sono i capigruppo, i coordinatori del Pdl, i sottosegretari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti. Ci sono anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano, quello della Difesa, Ignazio La Russa, e i leghisti Roberto Calderoli, Roberto Cota, Roberto Castelli e Federico Bricolo. Un summit durato quasi due ore, in cui, come lo stesso premier aveva detto appena arrivato davanti la sua residenza-ufficio romana, si è parlato non solo di giustizia. Sul tavolo, infatti, c'erano diversi piatti. Le riforme (oltre alla giustizia anche quella del fisco), le Regionali con gli ultimi nodi da sciogliere sulla scelta dei candidati, il lavoro da fare nei prossimi mesi, il dialogo con l'opposizione. Dopo i saluti di rito, e le rassicurazioni sul suo stato di salute, si entra nel vivo della riunione. Intanto, la giustizia. Si va avanti con i disegni di legge già presentati in Parlamento sul legittimo impedimento alla Camera e sul processo breve al Senato. Sul tavolo la possibilità di presentare una legge costituzionale che ricalchi il Lodo Alfano bocciato dalla Consulta, accogliendone i rilievi che portarono alla bocciatura. Oppure ripensare alla reintroduzione dell'immunità parlamentare. «Andiamo avanti in tempi rapidi con la riforma costituzionale della giustizia da sottoporre al confronto in Parlamento e nel frattempo proseguirà l'iter dei ddl già calendarizzati ovvero i tempi certi per i processi e il legittimo impedimento che per noi significa diritto di governare». Non sono "leggi ad personam", spiega il ministro della Giustizia Angelino Alfano. E sulla possibilità di dialogare con l'opposizione il premier ribadisce concetti più volte espressi in passato: «Se c'è disponibilità a discutere noi siamo pronti. Le riforme costituzionali le faremo senza pregiudiziali politiche, ma bisogna capire se vogliono il dialogo oppure la "melina". Non ci faremo intrappolare». C'è anche spazio per il rapporto con il presidente della Camera Gianfranco Fini, con il quale per il Cavaliere «non ci sono problemi», dopo tanti anni «di lavoro leale». Toni pacati anche quando parla di Giorgio Napolitano. «È andato tutto bene, abbiamo parlato degli impegni dei prossimi mesi e delle cose da fare», racconta al termine dell'incontro al Quirinale. L'intenzione, con entrambi, è di non metterli più davanti al fatto compiuto. Avvertirli, confrontarsi, illustrare i provvedimenti e i progetti della maggioranza. Con l'obiettivo, se non proprio di condividere le scelte, almeno di evitare polemiche e distinguo. Del resto, il percorso Berlusconi lo ha bene in testa: «Adesso pensiamo a fare le cose di cui c'è bisogno come le riforme a cui ho lavorato e a cui stiamo lavorando», spiega davanti a taccuini e telecamere al suo rientro a palazzo Grazioli. Per prima cita la riforma fiscale: «Abbiamo molte buone idee», spiega, chiedendo «l'impegno di tutti», opposizione compresa, per «l'ammodernamento del Paese» ormai «indispensabile». Riforma, prosegue, da fare presto. Possibilmente entro l'anno se «ci sarà la volontà di tutte le parti». Impossibile, invece, abbassare quest'anno le tasse visto che l'equilibrio dei conti ha la priorità. Il Cavaliere frena anche sull'introduzione di due sole aliquote, spiegando che si tratta di una delle tante ipotesi allo studio. Infine, le Regionali. Per giovedì è convocato l'ufficio di Presidenza del Pdl, durante il quale verranno definiti gli ultimi candidati mancanti. Si aspetta la decisione finale su Campania e Puglia. Salvo sorprese, i nomi dovrebbero essere Caldoro e D'Ambruoso.

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