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Non ci interessa qui entrare nel merito di questa o quella candidatura.

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Invecesappiamo proprio che sta andando così: veti incrociati di ogni genere rendono il Pdl abruzzese incapace di decidere un nome da contrapporre alla presidente uscente Pezzopane (che tutti ricordano in una celebre foto con Obama al G8). L'Aquila non è soltanto una delle più belle città d'Italia, ferita dal terremoto dello scorso aprile. L'Aquila è la città della più efficace azione di soccorso e ricostruzione di cui si abbia memoria in Italia, messa in atto anche grazie all'impegno personale e assiduo di Silvio Berlusconi. Tutti lo ricordiamo per giorni e giorni sul posto con l'elmetto in testa, tutti abbiamo valutato quanto ha contato nel risultato finale (come a Napoli per l'emergenza rifiuti). Il 2009 è stato anno difficile per il premier e per il Pdl. Molte vicende personali (da Veronica alla D'Addario), molti litigi in casa (il duello con Fini innanzitutto). I consensi sono rimasti forti tra la gente anche, o forse soprattutto, per imprese concrete e visibili coma la ricostruzione post terremoto, sulla quale neanche i peggiori nemici del Cavaliere hanno potuto fiatare. E' quindi di tutta evidenza che sui dirigenti regionali abruzzesi pesa un macigno di responsabilità, quello cioé di non sfigurare nella città in cui tanto si è speso il governo. Qui non si tratta solo di vincere o perdere (meglio vincere), si tratta di capire che i vecchi metodi da corridoi oscuri e camarille vanno buttati a mare, per fare spazio a scelte limpide e celeri. In gioco c'è molto di più che la poltrona da presidente della Provincia. Roberto Arditti

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