Del Turco oltraggiato e offeso da una giustizia che ama lo spettacolo
Peri coni d'ombra giustizialisti presenti, ahinoi, anche nel centrodestra e, soprattutto, per il centrosinistra togadipendente, giunge una lectio magistralis dalla vicenda giudiziaria di Ottaviano Del Turco, padre fondatore del Pd. L'amministrazione regionale di centrosinistra, eletta dal popolo abruzzese fu, allora, mandata a casa per via giudiziaria, senza che si sollevassero proteste e perplessità. Il Pd si prostrò in ginocchio davanti a sua maestà la giustizia-spettacolo, abbandonando ipso facto i suoi dirigenti regionali. Il giorno del botto, 14 luglio 2008, il procuratore Trifuoggi, sì proprio lo stesso del famigerato fuorionda con Fini, non rinunciò alla drammaturgìa, parlando in diretta tv di «valanga di prove», peraltro, «schiaccianti». In realtà, non sussisteva valanga alcuna, tant'è che la procura, tante parole, pochi fatti, richiese ben due proroghe per le indagini e fece un clamoroso buco nell'acqua con le rogatorie internazionali alla ricerca della «barca di soldi, trenta miliardi di vecchie lire», date per dislocate all'estero. Del Turco non risulta, infatti, che abbia ricevuto una lira, altro che 30 miliardi. Qual era, dunque, il fondamento della «valanga»? Solo l'imprenditore Vincenzo Angelini, in veste di pentito. Trifuoggi prese talmente sul serio lo Spatuzza pescarese, da non dare importanza al rapporto dei Carabinieri, testo giuntogli - la data è importante - il 16 giugno 2008, un mese prima dell'arresto di Del Turco. Là si descrivevano analiticamente le truffe del «pentito» Angelini e di sua moglie. La Benemerita, anzi, chiedeva l'arresto della coppia, essendo da tempo all'opera per inquinare e far sparire le tracce degli illeciti. Del Turco li favorì? I Carabinieri scrissero il contrario: l'amministrazione regionale non assecondò le esose richieste di Angelini, tagliando ben 43 milioni di euro di rimborsi. Tuttavia, la Procura credette allo Spatuzza d'Abruzzo, invece che all'Arma. Adesso, davanti all'evidenza, dopo un anno e mezzo di silenzio assordante e un poco vigliacco, il Pd, per bocca di Franco Marini, trova il coraggio di esprimere perplessità sulla conduzione delle indagini. Certo, è giusto essere garantisti anche nei confronti di Trifuoggi e dei suoi pm, precisando che possono aver sbagliato in perfetta buona fede. Solo che i loro errori, se saranno confermati dal giudizio del Tribunale, hanno causato un impatto politico devastante, che meriterebbe d'essere sanzionato. Viene alla mente il codice di Hammurabi che, poco meno di quattromila anni fa, prevedeva severe punizioni per i giudici colpevoli d'aver causato sofferenze e danni a cittadini innocenti. Ebbene, fa vergogna l'idea che, nel Terzo Millennio dopo Cristo, il Parlamento italiano non abbia avuto la forza di varare una riforma della giustizia all'altezza della civiltà babilonese.