"No a nuove leggi, la soluzione è nelle maglie del codice"
No, non servono nuove leggi. La soluzione si può trovare nel codice penale. Una soluzione che consenta di assicurare alla giustizia i responsabili e, nello stesso tempo, tutelare i minorenni. Ne è convinto il sottosegretario all'Interno ed ex magistrato Francesco Nitto Palma. Qui, però, siamo di fronte a una minore «pizzicata» ventidue volte e che, per la legge, non è punibile. Probabilmente, verrà riaffidata ai genitori. Che fare allora? «Una ventina di anni fa, quando ero sostituto a Roma, mi capitarono casi di ragazzi nomadi che rubavano in continuazione. Anch'io li feci riconsegnare ai genitori, ma li sottoposi a un'osservazione continua. Così scoprii che alcuni di loro erano stati picchiati dai parenti. Allora feci arrestare i familiari per violenza privata e altri reati e, al processo, furono condannati a cinque anni di reclusione». È necessario modificare la normativa, secondo lei? «No, non credo. Sebbene spesso sia a doppio taglio. Io penso che nelle maglie del codice esistano gli strumenti per affrontare queste situazioni. Anche perché questi ragazzi quasi sempre vengono costretti a delinquere dai più grandi ed è questi ultimi che bisogna colpire». Un problema è rappresentato dalla difficoltà di accertare l'identità del «popolo delle roulotte». Come risolverlo? «Certo, è logico che esista questa necessità. E che si debba arrivare a un censimento. Ma, quando il Ministero dell'Interno ha fatto la proposta di prendere le impronte ai Rom, si è sollevato un grande polverone polemico. E pensare che, non a Roma, ma in altre località del Paese erano state le stesse comunità nomadi a chiederlo...». Il governo che sta facendo a tale proposito? «A Milano, Roma e Napoli i nostri commissari stanno operando molto bene, e si sta cercando di ricondurre a uno stato fisiologico una situazione che era diventata patologica. Ma non è facile, né veloce, ricondurre alla ragione fenomeni che per molti, troppi anni sono stati caratterizzati dalla irragionevolezza a causa della demagogia di alcuni». È una questione collegata anche alla eccessiva discrezionalità dei magistrati, dei suoi ex colleghi? «Non voglio fare polemiche. Però, ricordando sempre quegli episodi di cui le parlavo all'inizio, quando abbiamo visto i colpi di bastone sulla schiena di quei piccoli nomadi, ci siamo resi conto che quello che stavamo facendo era soprattutto per tutelare loro».