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E Craxi attaccò anche Scalfaro

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Elo fa - anzi, lo farà - attraverso un dvd che verrà proiettato il 14 gennaio prossimo al teatro Capranica. Diciotto ore di «girato» (ma solo 45 i minuti che verranno allegati con un dvd al settimanale Panorama) l'intervista viene definita dal suo stesso autore «la più completa mai concessa» durante gli anni del suo «esilio» ad Hammamet. I toni e i contenuti sono quelli che Craxi utilizzava nel corso delle quasi quotidiane accuse al sistema politico e giudiziario italiano che affidava a lunghi comunicati stampa o alle dichiarazioni di Giannino Guiso, suo storico avvocato, che il giorno della sua morte (il 19 gennaio del 2000) avvertì: «La storia giudicherà chi ha tentato di giudicarlo». Ed è lo stesso Craxi che, nell'intervista, rende con amaro sarcasmo un concetto simile: «Hanno avuto la sfortuna di avere come capo del governo un gangster e non se ne erano accorti... Nessuno li aveva avvisati». Nemmeno, dice, l'allora ministro degli Interni (Oscar Luigi Scalfaro, ndr) che non si accorse «che il capo del suo governo, al quale lui rendeva conto, era un gangster!». Craxi, che non ha mai nascosto di sentirsi il capro espiatorio di un «sistema marcio», ricorda di aver addirittura «chiesto una commissione di inchiesta parlamentare. Pensate - si lamentava - lo si è fatto per tutti, sempre. Per qualsiasi problema - insisteva - si sono fatte commissioni d'inchiesta parlamentari, in genere richieste dalle minoranze. E su degli avvenimenti che hanno travolto un intero Parlamento e che segnano una frattura traumatica con tutto un periodo di storia del Paese, avvenimenti che hanno persino un aspetto tragico, non si fa una commissione di inchiesta parlamentare? E perché non si fa?». Perché, dice senza mezzi termini, «se si fa una commissione di inchiesta parlamentare tutto quello che non è venuto a galla rischia di venire a galla...». E non era interesse di nessuno. Tra gli estratti scelti da Josi - che di Craxi era amico e collaboratore - vengono trattati anche temi diversi rispetto a quelli legati al suo esilio tunisino. Tra questi il suo tormentato rapporto con il Pci. «Una volta - racconta Craxi - Berlinguer disse agli ungheresi: "Ma perché ricevete quello che è il più grande anticomunista d'Europa?" Io - assicura - ero alle prese con il più grande partito comunista d'Europa».

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