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Mancini, confermato il segreto di Stato

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Lanotizia è contenuta in una lettera di poco più di una facciata e mezza firmata dal premier Silvio Berlusconi. Lettera recapitata un paio di settimane fa nella cancelleria del gup Mariolina Panasiti costretta ad interpellare la Presidenza del Consiglio dopo che il funzionario del Sismi (ora sospeso), lo scorso 13 novembre, interrogato nel corso dell'udienza preliminare, per la terza volta dall'inizio dell'inchiesta, a dire dei suoi legali, aveva opposto il segreto di stato: in aula non aveva risposto a quasi tutte le domande, anche a quella se mai avesse intrattenuto rapporti con Marco Tronchetti Provera, allora maggior azionista di Telecom e attuale presidente di Pirelli mai indagato dalla Procura milanese a differenza delle due società. Nella missiva si specifica che gli argomenti su cui Mancini aveva opposto il segreto «attengono alle relazioni con organismi informativi di altri Stati, alle direttive e agli ordini interni, ai compiti, alle attribuzioni e alle attività istituzionali dei servizi di informazione, nonchè ai loro assetti organizzativi e alle loro modalità tecniche operative». Quindi secondo il premier «il complesso degli elementi sopra descritti, (...) merita protezione al massimo livello attraverso il vincolo del segreto di Stato». Inoltre, si sottolinea, «il disvelamento di informazioni di siffatta natura potrebbe da un lato minare la credibilità degli organismi informativi nei rapporti con le strutture collegate, dall'altro pregiudicarne la capacità ed efficienza operativa, con grave nocumento per gli interessi dello Stato». Se Palazzo Chigi, in una nota, ha tenuto a precisare che il segreto di stato è limitato in quanto riferito alle «relazioni internazionali tra i Servizi di informazione e gli interna corporis degli organismi informativi», c'è anche da registrare tutto ciò, ritengono alcuni, non facilita l'andamento del processo.

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