Chiesto il rinvio a giudizio per Pollari e Pio Pompa
La procura di Perugia ha chiesto di processare l'ex direttore del servizio segreto militare Nicolò Pollari e l'ex funzionario Pio Pompa per la vicenda relativa all'archivio riservato trovato a Roma negli uffici di via Nazionale del Sismi. Secondo i magistrati del capoluogo umbro infatti risorse dell'organismo sarebbero state utilizzate per realizzare decine di dossier su magistrati, giornalisti e politici. Il tutto per fini considerati non istituzionali. Il pubblico ministero Sergio Sottani ha quindi chiesto il rinvio a giudizio di Pollari e Pompa per il reato di peculato, ma anche per quelli previsti dall'articolo 260 del codice penale (possesso ingiustificato di mezzi di spionaggio) e dal 616 (violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza). Accuse che ora dovranno essere vagliate dal giudice per le indagini preliminari. Secondo l'avvocato Titta Madia, difensore dei due indagati, si tratta di «una richiesta di rinvio a giudizio per peculato di luce elettrica, una cosa abbastanza banale e tra l'altro infondata, ma lo dimostreremo nel giudizio». Il presunto archivio riservato del Sismi venne individuato all'inizio del luglio del 2006 nell'ambito dell'inchiesta avviata dalla procura di Milano sul sequestro dell'imam Abu Omar (vicenda per la quale nei confronti di Pollari è stato disposto il «non luogo a procedere per l'esistenza del segreto di Stato» mentre a Pompa sono stati inflitti tre anni di reclusione per favoreggiamento ndr). Il fascicolo passò quindi alla procura della Capitale. Nell'aprile scorso il pm Pietro Saviotti ha chiesto il rinvio a giudizio di Pollari e Pompa per l'appropriazione e l'uso di di denaro, mezzi e risorse umane del Sismi per fini diversi da quelli perseguiti dal servizio. Ma il giudice dell'udienza preliminare Guglielmo Muntoni, vista la presenza di magistrati romani tra le parti lese, ha disposto la trasmissione degli atti a Perugia (sede competente per tutte le inchieste che coinvolgono i colleghi di Roma). Dopo aver ricevuto l'avviso di conclusione indagini da parte del pm Sottani, Pollari e Pompa - che contestano gli addebiti - sono stati interrogati dal magistrato, ma non hanno risposto alle domande sulla gestione del presunto archivio riservato invocando il segreto di Stato poi confermato dal governo. Questo, però, non ha evitato la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm. Il pubblico ministero ha ipotizzato che per realizzare i dossier (contenuti ora in 14 faldoni) siano state utilizzate anche informazioni legate all'attività del Sismi (quindi considerate segrete) e consultata la corrispondenza interna del servizio. In base alla ricostruzione accusatoria, l'archivio venne realizzato e gestito da Pompa ma Pollari sarebbe stato consapevole dell'attività dell'allora funzionario. Nessuna ipotesi è stata invece formulata dagli inquirenti perugini sull'uso che doveva essere fatto delle informazioni. Lo stesso Sottani ha invece chiesto l'archiviazione dei reati di diffamazione e violazione della legge sulla privacy.