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«Tonino non vuole il bene dell'Italia»

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LanfrancoPalazzolo Sono sempre più distanti. Il Pd continua ad allontanarsi dalla violenza politica dell'Italia dei Valori e pur condividendo gli stessi banchi d'opposizione al governo Berlusconi, hanno posizioni divergenti. Interprete di questo sentimento è Marina Sereni, vicepresidente del Partito democratico, che non risparmia critiche ad Antonio Di Pietro: «La nostra strategia sulle riforme è diversa dalla sua. Le scelte del leader dell'Idv sono deboli perchè non rappresentano un'alternativa a questo governo». Onorevole Sereni, il Pd sta perdendo molto tempo per le candidature alle Regionali mentre l'Idv prosegue la sua linea aggressiva anche contro di voi. «Perdere tempo non è l'espressione giusta. Quando si affronta una scadenza importante come le Regionali è normale che il centrosinistra si confronti per trovare la candidatura più giusta. In questo caso le candidature sono più d'una. Si tratta di scegliere sapendo che la posta è molto alta. Non direi che stiamo perdendo tempo». E Di Pietro? «Non è il nostro unico interlocutore. Stiamo lavorando per avere programmi convincenti e coalizioni ampie per riconquistare le Regioni governate dal centrosinistra. Di Pietro fa il suo mestiere. Non è il nostro unico alleato». Crede che il leader dell'Idv voglia far saltare il banco delle riforme? «La posizione di Di Pietro è oggettivamente diversa dalla nostra su questo tema. Noi pensiamo che il centrosinistra e le opposizioni siano in grado di presentarsi in Parlamento nel confronto sulle riforme economiche e sociali con argomenti forti. Non abbiamo paura del confronto in Parlamento, ma non siamo disposti a pasticci o ad approvare leggi che hanno la finalità di superare i processi di Berlusconi. La posizione di Di Pietro e debole e non corrisponde agli interessi dell'Italia e di chi vuole costruire l'alternativa a Berlusconi». Ma per fare un'opposizione normale Di Pietro serve? «È importante avere delle idee e non avere paura del confronto. Non amo il confronto urlato. Non si tratta nemmeno di contrapporre il partito dell'amore e dell'odio, ma di confrontarsi civilmente. Negli Stati Uniti sono reduci da una discussione asperrima sulla riforma sanitaria, ma nessuno ha gridato allo scandalo». Cosa la preoccupa di Di Pietro? «Il tono contro il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato ha esercitato il suo ruolo con grande equilibrio e ha rappresentato gli italiani. Credo che Di Pietro abbia sbagliato più di una volta in queste ultime settimane, e non solo in questa occasione, contro il Capo dello Stato». Bersani ha imboccato la strada dell'indecisionismo politico? «Il segretario del Pd ha vinto un congresso partecipato e ha la legittimazione necessaria per guidare il partito. Lo dico da sostenitrice della mozione Franceschini ed ha il compito e il diritto di ascoltare tutti per realizzare una sintesi. Quando ci sono decisioni sulle quali è difficile prendere una posizione, un partito serio come il nostro deve chiamare gli organismi dirigenti a decidere e a dirimere eventuali problemi che dovessero insorgere tra di noi».

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