«Il mio augurio? Pace nel mondo e più lavoro a Napoli»
«Sonomolto soddisfatto per le reazioni del mio messaggio di fine anno». Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita privata nel capoluogo partenopeo fino al giorno dell'Epifania, commenta l'accoglienza ricevuta dalle sue parole ignorando le urla di Di Pietro. «Abbiamo tanti guai nel mondo, di pace ce n'è bisogno», ripete ai cronisti. E la pace che chiede è anche quella più volte auspicata tra le parti politiche. Non dà peso, è evidente, all'attacco dell'ex Pm, che lo ha accusato di «mettere il vento in poppa alla nave dei pirati che utilizzerà strumentalmente le dichiarazioni di chi rappresenta le istituzioni per distruggere e mortificare le stesse». Non se ne cura, e ha ragione: l'uscita infelice di Di Pietro ha costretto il Pd ad allontanarsi dalla sinistra farneticante, dando una chance in più al dialogo con il centrodestra. Il confronto del resto, è già avviato, soprattutto sul tema delle riforme, che vanno fatte e subito. Un richiamo ulteriore sulla necessità di mettere da parte scontri e toni forti, in questo senso, potrebbe venire oggi ancora da Napoli, dove verrà commemorato il primo presidente della Repubblica Enrico De Nicola: la figura del giurista potrebbe essere lo spunto per il presidente della Camera Gianfranco Fini per parlare della necessità di riscoprire l'importanza della mediazione e di abbandonare, quando necessario per difendere il bene comune, le proprie roccaforti personali. Anche Napolitano, il cui intervento non è previsto ufficialmente, dovrebbe prendere la parola, e probabilmente richiamerà ancora una volta la politica alla moralità e al senso di responsabilità necessari per lavorare nell'interesse del paese. Il capo dello Stato ieri mattina ha ripetuto i suoi auguri per il 2010: «Pace nel mondo e lavoro per Napoli», ha detto all'uscita del caffè Gambrinus di piazza del Plebiscito, appuntamento ormai rituale per i presidenti della Repubblica. Molte delle cose di cui ha parlato nel suo discorso di fine anno, spiega Napolitano, valevano soprattutto per il Mezzogiorno e per Napoli. È la crisi economica, con le sue ricadute sull'occupazione a preoccuparlo maggiormente in questi giorni dedicati al riposo e alla famiglia. Anche con amici personali e vecchi compagni di partito ha parlato delle difficoltà dei giovani a trovare un impiego e della loro fuga dal Sud in cerca di un futuro.