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Frattini: "L'Europa elabori una strategia comune"

Franco Frattini

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L'Italia chiede una strategia europea nella lotta al terrorismo internazionale. «Per troppo tempo -ha detto Franco Frattini in un'intervista televisiva - avevamo dimenticato il pericolo terrorismo che purtroppo si sta facendo sentire. L'Europa deve elaborare rapidamente, come fece nel 2005, una strategia forte di prevenzione e di collaborazione sul terrorismo. Il momento è delicato. Nello Yemen ci sono centinaia di uomini di al Qaeda che operano ed opereranno non solo nel Paese». Se ne parlerà anche alla Comferenza sull'Afghanistan in programma il prossimo 28 gennaio a Londra. «La presenza dei ministri degli esteri - spiega il ministro degli Esteri - ci permetterà di discutere anche del terrorismo. Credo che sia il momento opportuno». Riguardo all'ambasciata italiana in Yemen, il ministero degli Esteri, Franco Frattini, ha assicurato «L'ambasciata è assai ben protetta e rischi immediati per la sicurezza non ve ne sono. Ma ciò non vuol dire che non ci debba essere prudenza. Il nostro ambasciatore è comunque in contatto con i suoi omologhi ed il governo yemenita. Nello Yemen vi sono delle cellule di Al Qaeda purtroppo ben radicate e che si tratta di un lavoro molto difficile e molto delicato». La confermna arriva dal nostro rappresentante a Sanà'a. «C'è un pò di tensione, sia presso gli yemeniti che presso le varie comunità internazionali», così l'ambasciatore italiano in Yemen, Mario Boffo descrive il clima nel Paese, precisando comunque che «cerchiamo di vivere la situazione senza troppi allarmismi». «C'è un pò di elettricità, ma l'impressione è che si cerchi di mantenere il controllo della situazione», ha aggiunto, sottolineando che «siamo, come tutte le altre ambasciate presenti, ben protetti: la residenza e l'ambasciata sono vigilate 24 ore al giorno ed io, come tutti gli altri principali ambasciatori nel Paese, sono scortato». La Farnesina si coordinerà con l'Unione Europea per decidere se chiudere o meno l'ambasciata in Yemen. Alla luce della scelta fatta da Washington e Londra, che hanno chiuso le rappresentanze a Sanaa per ragioni legate alla minaccia del terrorismo, Roma sceglie le strada del coordinamento con le istituzioni europee: «Serve una solidarietà europea - spiega il portavoce del ministero degli Esteri, Maurizio Massari - queste sono decisioni che non vanno prese unilateralmente, anche per motivi di sicurezza. Se qualcuno chiude unilateralmente, si lascia scoperto come bersaglio chi non lo fa. Dobbiamo, invece, raccordarci con l'Ue da un lato, e dall'altro con il governo yemenita, che è alleato nella lotta al terrorismo». Oggi, ha aggiunto Massari, la Farnesina comincerà a consultare sulla questione le diplomazie europee e, in particolare, la Spagna, presidente di turno dell'UE. L'ambasciata spagnola nello Yemen ha deciso di limitare da ieri l'accesso dei visitatori ai suoi uffici, dopo che per ragioni di sicurezza Londra e Washington hanno ordinato la chiusura delle proprie sedi a Sanaa. Ne ha dato notizia il ministero degli Esteri di Madrid, precisando che al momento l'ambasciatore nello Yemen Marcos Vega si trova in Spagna e che la rappresentanza è retta dal suo numero due. Madrid, da due giorni presidente di turno dell'Unione Europea, ha aperto la propria ambasciata a Sanà'a nel 2006.

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