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Alemanno brucia sul tempo il governo

Gianni Alemanno

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CORTINA - La montagna, la sua passione. Gianni Alemanno si gode le ultime ore di vacanza. Vacanza breve a Cortina. Niente arrampicate, appena un'ora di sci al giorno visto che il ginocchio gli dà qualche problema. Un dibattito con la Bindi e uno oggi con Rutelli a Cortinaincontra. E poi riposo. O in camera a studiare dossier. Insomma, il sindaco di Roma sta mettendo a punto l'agenda per il 2010, quello che ha già chiamato l'«anno della svolta». Un anno che rivedrà il primo cittadino della Capitale tornare a dire la sua sulla scena della politica nazionale (se quella romana può considerarsi locale). E finanche ad anticipare i temi del governo nazionale. Sindaco, il presidente Napolitano, nel suo discorso di fine anno, ha rilanciato le questioni economiche e soprattutto sociali. Sarà il tema dell'anno? «Sì, anche se le riforme istituzionali possono assicurare la governabilità per dare risposte sullo sviluppo, sulle scelte difficili. Sicuramente però dobbiamo fare un grande sforzo di competitività e di equità».  In che senso? «Oggi continua ad esserci una società squilibrata. Il peso della crisi è ancora troppo concentrato sui lavoratori dipendenti e sulle piccole e medie imprese. Dobbiamo fare proprio una grande alleanza tra queste due categorie anche perché il ceto medio è quello che può cambiare l'Italia». E la competitività? «Dobbiamo riuscire a fare una politica industriale concentrata sulle imprese che possa superare i limiti della burocrazia, la stretta sul credito e liberare al massimo le risorse». Sta parlando di Roma? «Sto parlando di Roma ma anche di tutta Italia». Intanto il governo si appresta a fare una riforma del fisco. Che cosa spera di trovarci dentro? «Non posso pensare che si chiuda questa legislatura senza aver fatto il quoziente familiare. E su questo fronte noi vogliamo dare un esempio». Un esempio? «Certo, sulla base di quanto ha già fatto il Comune di Parma. Ovvero studiare una rimodulazione di tutte le tariffe e di tutte le tasse locali sulla base del quoziente». E come si può fare? «Far pagare meno tasse e meno tariffe alle famiglie monoreddito ed a quelle numerose». E come funzionerà? «Abbiamo chiesto a tutti i capi dipartimenti interessati di studiare un sistema che per abbonamenti dei trasporti, asili nido, tariffe delle politiche sociali, dell'acqua, della luce, insomma in tutto quello che riguarda il Comune si valuti come contribuente l'intero nucleo familiare. Si valuti quanti redditi entrano e quanti sono i membri della famiglia. E in base a tutto ciò ci siano degli scaglioni modulati». Potrebbe essere pronto per quando? «Per il prossimo bilancio che stiamo per approvare». Quanto costerà? «Sarà un sistema di compensazioni con una diversa progressiività concentrata sulla famiglia. Non ci sarà certamente una riduzione del gettito perché non potremmo permettercelo». Senta sindaco, c'è un altra questione che era entrata nel dibattito politico e poi è sparita: la partecipazione. Che fine ha fatto? «Attenzione, anche qui stiamo per varare la nostra sperimentazione. Abbiamo lanciato l'idea di fare i consigli di sorveglianza delle municipalizzate con i rappresentanti dei lavoratori e anche dei consumatori. Questi consigli saranno sovrapposti ai consigli di amministrazione in modo che le scelte di fondo delle aziende siano condivise con dipendenti e utenti delle aziende comunali. E anche questo vuole essere un esempio, un messaggio, una spinta alla politica nazionale perché faccia queste riforme sociali». Dove vuole arrivare? Vuole dettare la linea al governo nazionale? «Roma vuole essere laboratorio. Sia per volontà politica sia per necessità. Sono convinto che i nostri problemi non si possono risolvere se non si fa un cambiamento di modello».  Intanto lei ha fatto un po' da paciere tra Fini e Berlusconi. «Sicuramente faccio parte del partito delle colombe». Oddio, dopo quello dell'amore anche il partito delle colombe? «Ero e sono tra quelli che per il bene del Pdl, credendo nel progetto, ritenevano necessario cercare di smorzare i conflitti tra il leader e i co-leader del partito». Ma lei ha riattivato la fondazione Nuova Italia, entra sui temi nazionali con una linea sua, suggerisce riforme. Sta costruendo l'alternativa al "farefuturismo", all'idea di Fini del centrodestra? «Su molti temi, e penso alla cittadinanza e al fine vita, io non la penso come il presidente della Camera. Elaborare delle idee e delle proposte è un modo per arricchire il dibattito ed evitare che tesi spesso unilaterali diventano motivo di conflitto dentro al partito». E cioé? «Insomma, non si tratta di essere solo pacieri. Ma si tratta anche di essere per l'unità del partito facendo proposte». Ma lei sta cercando di occupare lo spazio lasciato libero da Fini? «Certo, ma in modo propositivo. C'è una destra di valori, delle identità che deve avere delle risposte». Ma così lei è in concorrenza con Fini? «No, io la vedo in termini di complementarietà. Gianfranco resta il mio punto di riferimento fondamentale». E con Storace? Si sta avvicinando l'ora di un ritorno? «Penso che con Francesco si debba fare un ragionamento complessivo. Comunque sono d'accordo che debba rientrare a far della squadra del centrodestra». A proposito di rapporti difficili, come va con la Polverini? «Ho letto tante cose che sono totali invenzioni. Con Renata ho un rapporto di amicizia storico lungo più di un decennio. Amicizia vera e anche familiare, visto che anche con mia moglie c'è un legame forte. L'ho sostenuta nel suo percorso verso la segreteria dell'Ugl...». Sindaco, non è stata sempre rose e fiori tra voi... «Magari non ho condiviso tutte le posizioni che ha preso, in particolare quando ero ministro e il sindacato criticava il governo. Però l'ho sempre considerata una donna intelligente, una bella romana "di cuore" che può vincere questa partita». Ha detto tutto tranne una cosa: la sosterrà o no? «A parte il rapporto personale e il naturale schieramento con il centrodestra, bisogna pensare che se non dovessimo vincere alla Regione Lazio anche al Comune di Roma avremmo poi notevoli problemi. La sosterò con tutte le mie forze rispettando il ruolo istituzionale che ricopro: la sinistra stia tranquilla che non farò scorrettezze». Ma con questa sinistra si può avere un rapporto nuovo? «Confido nella concretezza di Bersani. E lo dico io che lo contestai all'epoca delle "lenzuolate". La sinistra farà un salto di qualità quando si renderà conto che le due volte in cui ha già battuto Berlusconi l'ha fatto presentando alternative credibili e non utilizzando l'estremismo antiberlusconiano». C'è ancora un rapporto forte tra Roma e il governo nazionale o s'avvertono scricchiolii come il tira e molla sui finanziamenti? «Il mio rapporto con Berlusconi è diventato saldissimo. Sia come leader di partito che come presidente del Consiglio. Basta vedere quello che abbiamo ottenuto dalla Finanziaria: seicento invece che gli iniziali cinquecento milioni di euro. Ho sostenuto la riforma di Roma capitale e conto entro gennaio di avere il primo decreto applicativo del federalismo fiscale in modo da chiudere l'iter in autunno. Facciamo parlare i fatti piuttosto che le chiacchiere».

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