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«Così si premia un colpevole che non vuole parlare»

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Èun terrorista mafioso o no? Secondo la Cassazione sì. E se lo è, perché ci sono strumenti legislativi che gli permettono di socializzare? In Italia si parla tanto di lotta alla mafia; mi si deve dire che razza di contrasto alla mafia è, se un uomo come Giuseppe Graviano può comunicare con gli altri». Giovanna Maggiani Chelli, vicepresidente e portavoce dell'associazione delle vittime della strage dei Georgofili, commenta a Cnrmedia.com la decisione di togliere l'isolamento diurno al boss del Brancaccio che sta scontando l'ergastolo nel carcere di Opera, alle porte di Milano, come organizzatore delle stragi del '93 a Roma, Firenze e Milano. «Graviano è stato premiato perché non parli - prosegue Giovanna Maggiani Chelli - come potremmo leggerla diversamente, noi che abbiamo contato i morti che ha procurato lui? Si suppone che conosca la verità su quello che è successo, perchè era uno dei capi, dei mandanti di Cosa Nostra. Se viene premiato -conclude- si suppone che sia per farlo tacere. Noi chiediamo che sia ripristinato il 41bis con tutti i crismi». E la durezza è il sentimento dominante nelle parole del capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: «La decisione di rivedere il regime carcerario diurno di Graviano è stata presa da magistrati. Non da politici. Di Pietro ha insultato la decisione e quindi i giudici che l'hanno presa. Perchè i solerti custodi della casta togata che fanno parte del Csm non hanno aperto un fascicolo a tutela di quei giudici come fanno quando siamo noi del centrodestra a criticare qualche magistrato?».

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