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Scaduti i termini, fine del carcere duro per Graviano. Di Pietro protesta

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Infattila Corte d'assise d'appello di Palermo ha revocato al capomafia del quartiere palermitano di Brancaccio una parte delle prescrizioni previste dal 41 bis. Graviano in particolare non sarà più sottoposto all'isolamento diurno e potrà così fare vita comune con i detenuti che non abbiano condanne per mafia e usufruire dell'ora d'aria. I giudici hanno accolto il ricorso del suo avvocato, Gaetano Giacobbe, contro la decisione della procura generale di prorogare l'isolamento, assunta a settembre, all'indomani della condanna definitiva del boss ad altri due ergastoli. Il legale di Graviano ha spiegato che esiste un tetto massimo di tre anni per l'isolamento assoluto e che la proroga non poteva essere applicata, in quanto le nuove condanne si riferivano a fatti accaduti prima dell'arresto del boss, avvenuto il 27 gennaio '94. «Se il buongiorno si vede dal mattino, "mala tempora currunt". Il nuovo anno non inizia bene», dice il leader di Italia dei valori, Antonio Di Pietro. «È un segnale inquietante, pochi giorni dopo il silenzio omertoso del boss e, al di là delle intenzioni, rischia di apparire come una ricompensa». «Giuseppe Graviano era e resta al 41 bis, così come aggravato a partire dall'8 agosto, nel regime del carcere duro», insiste il sottosegretario Giacomo Caliendo. Che aggiunge: «Le questioni sulle quali si sono pronunciati i magistrati riguardano invece la piena ed esclusiva competenza della magistratura stessa».

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