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Antonella Scutiero NAPOLI Sarà annunciato entro metà mese il candidato Pdl alle regionali in Campania.

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Illeader del Nuovo Psi aspetta solo la telefonata ufficiale per scendere in pista, ma i giochi non sono ancora chiusi. Ma la partita ancora aperta, quella delle alleanze, la tiene in mano Ciriaco De Mita. Che rivolge, da perfetto centrista, la stessa risposta a Pdl e Pd: parliamo dei programmi. In sostanza l'Udc, corteggiato dall'una e dall'altra parte, non ha ancora deciso con chi schierarsi, lasciando destra e sinistra a far cantare le proprie sirene col fiato sospeso. L'alleanza più probabile al momento sembra essere con il Popolo delle libertà, ma in realtà l'intero partito, leader di Nusco in testa, non si sbilancia più di tanto. L'Udc locale sa di non avere la forza per andare da solo, ma sa anche di avere un ruolo fondamentale in queste elezioni. E in linea con Pier Ferdinando Casini, chiede di conoscere i programmi, prima dei nomi. Ma i partiti campani sono ancora in alto mare, il Pdl deve ancora confermare il proprio nome, il Pd sta messo peggio: dopo vari rinvii le primarie si dovrebbero tenere soltanto il 24 gennaio. Entrambi, comunque, lottano per non perdere la possibilità di chiudere l'alleanza che in queste elezioni può davvero cambiare il risultato, facendo pendere l'ago della bilancia a proprio favore. In questo senso il nome di Stefano Caldoro può essere per il centrodestra quello giusto: il socialista ha più volte sostenuto la necessità di dialogare con il mondo moderato, così da poter costruire una coalizione di programma e di intenti che riesca a interpretare al meglio l'esigenza del cambiamento della Campania, che potrebbe cambiare colore dopo il decennio di dominio bassoliniano. Un'occasione da non perdere sulla quale il leader di Arcore e l'intero partito stanno lavorando attentamente. La candidatura di Caldoro non dispiace affatto a De Mita e i suoi: ora si tratta di vincere le ultime resistenze di alcuni parlamentari, gli stessi che appoggiavano Cosentino. Ma il casertano è stato fatto fuori dalle sue vicende giudiziarie, mentre i nomi tecnici, come quello di Lettieri che per qualche settimana ha allettato Berlusconi, non hanno mai incassato l'ok dei vertici locali.

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