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E il dialogo sulle riforme resta una speranza

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Ilportavoce del premier, Paolo Bonaiuti, ne è convinto: «La molla dell'odio che si è caricata durante il 2009 dovrà lasciare il posto al dialogo» perché «è la gente che chiede le riforme». Ma se si scende dall'empireo degli auspici al piano basso della politica guerreggiata, il dibattito sulle riforme somiglia sempre più a un dialogo tra sordi. L'opposizione, da qualche giorno, chiede con insistenza che il confronto parta dai temi economici e che vengano decisi interventi a sostegno di chi perde il lavoro. Ma il centrodestra sospetta che le proposte della minoranza parlamentare siano fumo negli occhi per bloccare il cammino delle riforme, specie di quelle che riguardano il capitolo giustizia. A chiedere di mettere gli aiuti ai disoccupati e alle famiglie in cima all'agenda è Pier Ferdinando Casini, che fa fronte con il Pd e auspica su questo tema «un grande patto tra maggioranza e opposizione». A suo giudizio «il lavoro e la famiglia devono essere i due grandi temi su cui maggioranza e opposizione possono trovare un'intesa». I soldi per finanziari gli interventi di sostegno, suggerisce il leader dell'Udc, si possono facilmente reperire destinando alla bisogna i capitali rientrati in Italia con l'operazione dello scudo fiscale, che ha portato nelle casse dello Stato la cifra record di 95 miliardi di euro. Ma questa proposta, e le altre analoghe avanzate nei giorni scorsi dal Pd, si scontra con l'insistenza del centrodestra sulla riforma della giustizia: «Una delle grandi riforme» da fare, per il sottosegretario Bonaiuti; un cavallo di Troia per approvare nuove leggi «salva-Berlusconi» per buona parte dell'opposizione. Il Pd, in particolare, non vuol sentir parlare di «processo breve», e dice no alle leggi «ad personam» che, sottolinea il responsabile giustizia Andrea Orlando, «da mesi intasano il Parlamento». Come Casini, il Pd vuole che si parta dalle «urgenze» economico-sociali degli italiani e sfida la maggioranza a mettere le carte in tavola: «Basta con le chiacchiere, aspettiamo fatti concreti», dice Orlando. Ma su questa linea, a giudicare dalle reazioni del centrodestra, il dialogo non potrà andare lontano. Per il vicepresidente del Pdl alla Camera Osvaldo Napoli chiedere le riforme economiche è «un'invasione di campo» perché quelle le fa il governo, e dunque Orlando «sbaglia di brutto»; la bozza Violante non va considerata come «le tavole della legge»; le leggi «ad personam» non sono tali, «ad personam sono certi procedimenti giudiziari».

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