Dal Lazio alla Puglia Pd in stato confusionale
Come sarà il 2010 del Partito democratico? A giudicare da questi ultimi scampoli di 2009, né migliore né peggiore degli anni che lo hanno preceduto. Semplicemente uguale. Stessa generale confusione, stessa incapacità di fare scelte, stessa lotta senza esclusione di colpi fra le varie anime del partito. La «cura Bersani», se mai è iniziata, non ha prodotto risultati apprezzabili. Basterebbe guardare cosa sta succedendo nelle Regioni che, il 27 e 28 marzo si recheranno alle urne. Per ora il Pd ha presentato i propri candidati in Piemonte, Lombardia, Liguria, Marche, Toscana, Emilia Romagna e Basilicata. In cinque casi su sette si tratta dei governatori uscenti. Scelta quasi obbligata che, vedi il Piemonte con Mercedes Bresso, ha scatenato comunque polemiche. Più o meno le stesse che hanno accolto, in Lombardia, la candidatura imposta di Filippo Penati che, dopo aver perso la Provincia di Milano, punta a perdere anche la Regione. I veri problemi, però, si registrano altrove. Ancora in alto mare, la questione Campania dove l'uscente Antonio Bassolino non ha nessuna intenzione di avallare la candidatura del suo «avversario» Vincenzo De Luca. Ed è questo uno dei motivi per cui, nelle ultime settimane, si è riaperta anche la partita in Umbria. De Luca, infatti, è espressione della minoranza che fa a capo a Dario Franceschini. Minoranza che reclama una poltrona da governatore. Per questo, in vista di una possibile bocciatura campana, scenderà in campo l'ex tesoriere del Pd Mauro Agostini che dovrebbe frenare la corsa delle governatrice umbra Maria Rita Lorenzetti verso il terzo mandato (ipotesi che, tra l'altro, non è ammessa dallo statuto del partito). Agostini ha dato la sua disponibilità a correre per le primarie. Il 4 gennaio scade la data per la presentazione delle liste. Qualcuno parla di una possibile discesa in campo del segretario della Cgil Guglielmo Epifani. Si vedrà. Non va meglio nel Lazio dove, dopo il «terremoto Marrazzo», si fatica a trovare un candidato per sfidare la segretaria dell'Ugl Renata Polverini. Ieri Ugo Sposetti ha annunciato che il nome prescelto è quello del presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti che verrà sostenuto anche dall'Udc (in cambio i centristi esprimeranno la candidatura per la provincia di Viterbo). Il diretto interessato, cui l'Idv ha chiesto un incontro urgente in vista di «un'evetuale campagna elettorale insieme», non ha commentato, mentre il capogruppo dell'Udc in Regione Lazio Aldo Forte ha smentito accordi sia con il Pd che con il Pdl. Nel frattempo continua, in Puglia, il tira e molla tra Michele Emiliano e Nichi Vendola. Il comitato tecnico-organizzativo che doveva fissare la data delle primarie è stato aggiornato a oggi. Tutto ruota attorno alla riunione del consiglio regionale che, il 19 gennaio, dovrà esprimersi sull'emendamento «salva-Bari»: una modifica alla legge elettorale che consentirebbe ad Emiliano di non dimettersi da sindaco pur candidandosi alla Regione. C'è poi il nodo Udc che preferisce quest'ultimo a Vendola (ieri il governatore ha teso la mano ai centristi), ma che, contestualmente, viene corteggiato dal Pdl. E se in Calabria sono cinque, di cui tre bersaniani, gli esponenti del Pd che correrrano per le primarie, in Veneto è stata rimessa in discussione la candidatura di Laura Puppato, sindaco di Montebelluna (TV), già in corsa alle europee di giugno. Il segretario veneto del Pd Rosanna Filippin, ha comunque fatto sapere che il nome del candidato arriverà entro il 15 gennaio.