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Da "papi" a premier si chiude il 2009 del Cav

Silvio Berlusconi

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Il 2009 è stato per Silvio Berlusconi, non solo Premier, un anno Pazzo e Pazzesco, Problematico o Positivo e sempre qui restiamo, alla Pì, lettera berlusconiana del tempo che si chiude. Ripercorriamo i mesi del Presidente con la pì in testa. Il nostro giudizio complessivo è che il 2009 sia un anno Promettente. Padre della Patria. Il 25 aprile, fazzoletto della brigata Maiella al collo, spalle alle macerie del terremoto abruzzese immediatamente trasformate nel campo di prova del superman Bertolaso, il Cavaliere pronuncia un discorso che probabilmente segna e segnerà il suo momento di popolarità massima. Dialogo, concordia, festa della libertà. Berlusconi giganteggia, l'opposizione si accoda, i giornali fantasticano dell'Era berlusconiana. Papi. Una tegolona primaverile si abbatte sul capo di Berlusconi quando va a Casoria per festeggiare i diciott'anni di Noemi Letizia. La signorina, un poco sventatamente, rilascia un'intervista in cui lo chiama "papi", racconta di incontri passati e di qui si scatena un putiferio. Berlusconi si trova attaccato con violenza da media italiani e internazionali, si difende rabbiosamente, precipita nell'infero gossiparo. Padre di famiglia. Se non bastasse, madama Veronica Lario rilascia un'intervista in cui se la prende col "ciarpame" velinaro di cui il marito sarebbe circondato, causa alcuni nomi (francamente controversi) di candidature alle europee. Addirittura aggiunge che il Nostro sta poco bene, frequenta minorenni vedi Noemi, gli amici lo devono aiutare. Patatrac. Succede il finimondo serio, stavolta, e scoppia la guerra per la separazione a suon di carte e cartacce e richieste milionarie. Berlusconi è colpito nella dimensione intima degli affetti, fino a quel momento un totem della sua "storia italiana". President Belusconi. Ma arriva il G8 e Berlusconi, a braccetto con i grandi della Terra, rispolvera il set dell'Aquila per un rilancio in grande stile della sua immagine. Nel panorama agostano, nella caserma dove la condivisione del rancio simboleggia la vicinanza agli italiani, lo stesso Obama gli riconosce grandi doti. Salvo poi, però, dare a tutti appuntamento al G20 e al G2, ma in questo il Premier c'entra poco. Positivo. Pazzo (di rabbia). Succede che in ottobre la Corte Costituzionale boccia il lodo Alfano, che fino a quel momento ha tenuto Berlusconi al riparo da qualche processo non proprio gradito. Così il Nostro, spalleggiato dalla stampa di destra più retriva, si scatena contro tutto e tutti, in special modo il Presidente della Repubblica, Napolitano, reo di aver gestito male la faccenda, la Corte fatta di "comunisti" ma anche Gianfranco Fini, che lo invita alla moderazione non lesinando forti critiche e altrettanto marcate prese di distanza. Nel PdL le acque cominciano ad agitarsi. Ottobre romano di fuoco e fiamme, per il Cavaliere. Perseguitato. Se non bastasse, un giudice milanese fino a quel momento ignoto ai più stabilisce che Berlusconi deve dare a Carlo de Benedetti 750 milioni di euro come risarcimento per la causa Mondadori, il che metterebbe il gruppo editoriale berlusconiano in braghe di tela. Si apre un altro fronte di sofferenza per il Berlusconi imprenditore, dopo che il padre, il marito e il politico sono già impegnati a farsi valere. Poverino. S'arriva a fine anno, insomma, col fiatone. La crisi economica, le riforme da farsi, la stanchezza declamata dallo stesso premier che ogni tanto minaccia di mandare tutto e tutti a ramengo, non fanno un bel quadretto. Ma poi arriva il sor Tartaglia che tira in faccia al Premier un duomino di Milano. Aggressione assurda e pericolosissima che però ha l'effetto positivo di pacificare il centrodestra e creare grande solidarietà attorno a Berlusconi, improvvisamente rasserenato nella sofferenza. Profeta. Berlusconi, dal suo ritiro arcoriano, spende e spande il verbo dell'Amore fatto partito e del Dialogo fatto metodo. Promette solennemente agli italiani che nei prossimi mesi vedranno finalmente nascere la Grande Riforma: nell'opposizione alcuni aprono, vedi D'Alema, altri chiudono, vedi Veltroni. E noi vedremo se il 2010 comincia coi botti. Auguri, Mr President.

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