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Ryanair via dall'Italia? "Manca la sicurezza"

Michael O'Leary, il capo di Ryan Air

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La minaccia di Ryanair di abbandonare le rotte italiane? Forse solo una «provocazione» inscenata per arrivare ad un accordo con l'Enac. La compagnia aerea, che prima delle festività natalizie aveva annunciato la sospensione dei voli dal prossimo 23 gennaio, chiarisce la sua posizione e sottolinea di aver fatto questa scelta per garantire gli standard della sicurezza. Per ora questa strategia è apparsa vincente ed ha portato ad un primo risultato. Ieri infatti il presidente dell'Enac Vito Riggio ha convocato per il 7 gennaio una riunione del Comitato Interministeriale per la sicurezza del trasporto aereo a cui seguirà un incontro diretto con i vertici di Ryanair. «La decisione di cancellare le rotte nazionali in Italia, un mercato in cui abbiamo forti interessi economici – hanno spiegato fonti della compagnia irlandese – rappresenta per noi una provocazione resasi necessaria dopo l'ordinanza dell'Enac con cui si obbligava il nostro personale ad accettare non sicure forme di identificazione per i passeggeri». Un braccio di ferro, dunque, ma non una decisione vera e propria. Tuttavia, aggiungono da Ryanair, «abbiamo avvertito tutti coloro che hanno prenotato biglietti aerei per partenze a fine gennaio 2010 che, se non si arriverà ad un accordo, il volo sarà soppresso e saranno risarciti della somma già versata». E ancora: «Del resto per la prenotazione dei biglietti on line è necessario il passaporto o la carta d'identità e quindi non vediamo quale difficoltà ci sia nel presentare questi documenti anche al momento del check-in». La bagarre tra Enac e Ryanair , ribattezzata "guerra del passaporto”, è nata con l'emanazione di un'ordinanza sulle procedure d'imbarco. L'Ente Nazionale dell'Aviazione Civile, sulla base di una normativa vigente dal 2000, ha infatti obbligato tutte le compagnie aeree che operano sulle rotte nazionali, ad accettare per l'imbarco documenti di riconoscimento diversi dalla carta d'identità e dal passaporto. Di fronte all'imposizione di far salire a bordo passeggeri identificati attraverso tesserini professionali, licenze o patenti di guida, Ryanair ha risposto minacciando di abbandonare le rotte italiane. «Noi seguiamo le direttive europee e l'insistenza illegale di Enac sul fatto di dover accettare documenti che potrebbero risultare sconosciuti al nostro personale, riduce la sicurezza in modo inaccettabile per Ryanair», ha dichiarato Michael O'Leary, amministratore delegato della compagnia aerea. L'Enac dal canto suo ha ribadito la legalità della normativa vigente e il rigore dei controlli nelle strutture aeroportuali. «Poiché Ryanair continua a mettere in dubbio la sicurezza degli aeroporti italiani, creando allarmi infondati, nell'incontro del 7 gennaio ci confronteremo con la compagnia aerea e, ove le dichiarazioni che ha rilasciato risultassero infondate, ne verranno tratte le dovute conseguenze» ha ribadito il presidente dell'Enac Riggio. Il comune di Ciampino ha plaudito di fronte alla valutazione di Ryanair di abbandonare l'Italia. Da anni infatti l'amministrazione comunale si batte per il depotenziamento dell'aeroporto del Pastine e per lo spostamento delle compagnie aree low cost. «Quella che O'Leary considera una minaccia – ha dichiarato il sindaco di Ciampino Walter Perandini – è per la nostra popolazione un'opportunità perché quello che chiediamo da tempo è che Ryanair si sposti su altre strutture aeroportuali». Nella disputa tra Enac e Ryanair, il segretario nazionale Filt Cgil Mauro Rossi ribadisce la necessità di far rispettare alla compagnia aerea le leggi nazionali: «L'Enac deve richiedere agli operatori come Ryanair di porre fine allo sfruttamento dei lavoratori e all'evasione contributiva in atto da molto tempo». Ancora dal fronte sindacale: «non vorremmo che dietro il braccio di ferro avviato da Ryanair si celasse in realtà un surrettizio ridisegno delle rotte e dei collegamenti interni” ha sottolineato il coordinatore del trasporto aereo Filt Cisl Claudio Genovesi. Il Movimento dei Consumatori ha diffidato la compagnia aerea per la sospensione dei voli dal 23 gennaio 2010: «Utilizzare documenti di identificazione per passeggeri diversi non costituisce pericolo per la sicurezza, né diminuisce le garanzie per i viaggiatori».

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