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Le riforme non possono partire dalla bozza Violante

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Mancanopriorità e compatibilità fra i punti toccati (bicameralismo, forma di Governo, numero dei parlamentari). Poi qualcuno ne vorrebbe escludere il rapporto tra giustizia e politica, che non può che essere materia costituzionale, e vi vorrebbe includere la legge elettorale, che invece è materia di legislazione ordinaria. Di qui gli eccessi di buonismo natalizio e di acidità post-natalizia nel balletto di queste settimane attorno ad una politica costituzionale che si predica, proprio perché si ritiene impraticabile, mentre, per esser davvero praticabile, dovrebbe farsi meno predicatoria. Non è schierandosi con Beppe Grillo, tanto peggio se al fianco di De Magistris e Di Pietro, che si arriva alle riforme. Né si può sempre sacrificare la politica alla politologia, come piacerebbe ai professori (da Sartori a Bassanini). Convitato di pietra al capezzale della Costituzione è il berlusconismo, inteso come massima personalizzazione del consenso e del dissenso. Quel convitato di pietra, se si vogliono davvero le riforme, non andrebbe più evocato. Né come berlusconismo, né come antiberlusconismo. Diventa così in qualche modo pregiudiziale una riforma degli istituti di garanzia del Parlamento, che impedisca all'indipendenza della magistratura di agire a briglie sciolte, come agisce dal 1993. Proprio allora la riforma dell'immunità parlamentare, imposta in piazza e gradita da Scalfaro, non servì soltanto a far fuori i Craxi e i Forlani. Ne fu sconvolto irrimediabilmente l'edifico costituzionale ed il suo tessuto di libertà, in termini che ieri Antonio Maccanico spiegava con straordinaria lucidità. Il suo plauso andava all'iniziativa di una senatrice del Partito Democratico e di un senatore del PdL di ripresentare un testo del '93: non l'autorizzazione a procedere alle indagini, ma un meccanismo di silenzio-assenso o una sospensione del processo da parte della camera di appartenenza, fissato in Costituzione. Ovviamente, si è udito il consueto cretino di sinistra che a Maccanico ha obiettato che si tratterebbe di legge ad personam. Che nel '93 Berlusconi non fosse in campo e che il cretino di sinistra non se ne voglia accorgere, è irrilevante. Quasi come la bozza Violante. senatore del Pdl

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