Farefuturo: «Sì al partito dell'amore»
Esiamo d'accordo. Figuriamoci: sono mesi che andiamo dicendo che la politica, quella vera, si deve dare un senso declinando la propria azione con i buoni sentimenti. Per il bene comune, appunto». Esordisce così un corsivo pubblicato su Ffwebmagazine (www.ffwebmagazine.it), il periodico online della Fondazione Farefuturo presieduta da Gianfranco Fini. «Senza aver paura di essere accusati di buonismo, la "strategia dell'amore", quindi, va approvata, sottoscritta, appoggiata e rilanciata. Senza se e senza ma. Senza dubbi. Senza contraddizioni e schizofrenie. Oltre le barricate. E facendo di tutto affinché il nuovo corso non sia una semplice opera di restyling, una canzone orecchiabile, ma una convinzione consolidata, un cambio di passo, una svolta vera». «Che sia partito dell'amore, quindi. Sul serio - prosegue il corsivo firmato dal direttore responsabile del periodico Filippo Rossi -. E chi deve, rinneghi quel che è stato detto e fatto: la bava alla bocca e le urla smodate, la propaganda d'odio e il disprezzo, la distruzione di ogni possibilità di dialogo. Una confessione e una conversione collettiva: ecco quel che serve per un partito dell'amore. Non basta cambiare qualche titolo in prima pagina. Magari accostandolo a quelli di sempre. A quelli che parlano di odio per il diverso, a quelli che declinano ogni forma possibile di xenofobia. E di razzismo. Del tipo - esempi a caso - "Fermiamo gli immigrati islamici" (Il Giornale ndr). Oppure: "Un'altra Lepanto per fermare l'Islam" (La Padania ndr). Roba di oggi. Non si può invocare la guerra in nome dell'amore. E non si può nemmeno difendere l'identità cristiana senza prendere a cuore il destino degli ultimi, dei reietti». «Perché non basta parlar di amore per essere innamorati - conclude l'autore -. Sarebbe troppo facile. Non basta dire amore. Bisogna dimostrarlo, giorno dopo giorno. Con la gioia infinita dell'impegno e della condivisione. Altrimenti è solo una bella facciata senza senso. Senza costrutto. Senza futuro. Evviva il partito dell'amore, allora. Basta che sia amore vero. Non solo una bella frase da bacio Perugina. Non solo la rima baciata di una bella canzone. Non solo un titolo (e uno slogan) scelto a caso. Sarebbe, decisamente, troppo poco». E per rendere ancora più chiaro il messaggio il periodico pubblica anche un pezzo di Tonia Garafono dal titolo "L'Italia del futuro: quale identità per i figli degli immigrati?". L'incipit non lascia spazio a dubbi: «L'Italia è multietnica . È un dato di fatto che né i fautori di un anacronistico ritorno al passato né gli xenofobi spacciati per tutori-della-sicurezza-nazionale possono sovvertire».