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"Senza di voi pace irraggiungibile"

Esercito

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SHAMA (Libano) - «Non-conflitto» non significa ancora pace. Ma Gianfranco Fini, da presidente della Camera, arriva nei giorni dopo il Natale nella striscia tra il Libano e Israele dove una task force italiana guida la missione Unifil delle Nazioni Unite per dire ai soldati di essere orgogliosi.Perché se è vero che «la pace è un traguardo non raggiunto al 100%», senza di loro «sarebbe lontanissima, se non irraggiungibile». «Siamo ancora lontani da una pace definitiva», ammette Fini ringraziando i militari della Brigata Aeromobile Friuli e il generale Claudio Graziano, che da tre anni è al comando dei 12mila uomini della missione Unifil e tra pochi giorni passerà la mano allo spagnolo Alberto Asarta Cuevas. «Siamo in presenza di una "non belligeranza", di un cessate il fuoco sancito dalla presenza dei caschi blu, ma non ancora sottoscritto dai vari soggetti interessati al conflitto. E questo la dice lunga», riconosce il presidente della Camera dopo un breefing con il comandante della base italiana Luigi Francavilla. Per questo Fini invoca «l'indispensabile diplomazia internazionale e un nuovo ruolo dell'Ue»: per trasformare la tregua in pace stabile. Il presidente della Camera reputa indispensabile un intervento internazionale anche per i tragici fatti di Teheran. «Mi auguro che tutta la comunità internazionale e in particolar modo l'Ue si facciano carico di fornire risposte ai tanti iraniani che scendono in piazza e mettono a rischio la loro vita per esprimere un desiderio di libertà che nessuna valutazione all'insegna della real politik può lasciare inascoltata». «Non è semplice - rinforza il concetto - ma credo che la comunità internazionale e quindi certamente anche il Parlamento italiano abbiano il dovere di riflettere su ciò che sta accadendo. La libertà che viene reclamata a gran voce da tanti giovani iraniani deve stare a cuore a tutti. Quindi anche a noi». E dopo le ultime minacce di Al Qaida, che ha rivendicato il rapimento della coppia di italiani in Mauritania, il presidente della Camera ammonisce: «Il terrorismo continua a rappresentare un pericolo in molte parti del mondo e anche in ragione di questi segnali non bisogna abbassare la guardia e occorre garantire che non parlino le armi». Come accade in Libano, sottolinea Fini, anche grazie ai militari italiani che da anni supportano le forze armate libanesi e presidiano il territorio scongiurando conflitti. Da poco si è conclusa la piccola cerimonia del saluto alla bandiera. Fini passa in rassegna i militari schierati, canta con loro l'inno nazionale e accetta contento di indossare il giubbotto azzurro della Brigata Aeromobile Friuli, prima di risalire in elicottero dopo la foto di rito. Commosso annuisce alle parole pronunciate da Gianfranco Paglia, medaglia d'oro al valor militare in Somalia, che ieri lo accompagnava in carrozzella come deputato del Pdl della commissione Difesa (insieme alla deputata del Pd Federica Mogherini). «Voi non rappresentate il governo, ma l'Italia, la patria, la nazione. Ed io vi dico grazie a nome di tutti. È importante essere qui con una delegazione di maggioranza e minoranza», sprona Paglia i soldati schierati.

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