"Abbiamo rapito noi gli italiani"

L'ombra di Al Qaeda si allunga sul rapimento della coppia italiana sequestrata in Mauritania il 19 dicembre scorso e prende la forma di un messaggio audio di rivendicazione e di una foto: un gruppo di uomini armati a volto coperto che sorvegliano gli ostaggi. Sullo sfondo il deserto, forse quello mauritano, forse quello di un Paese vicino, dove potrebbero anche essere stati trasferiti, come è avvenuto in casi analoghi. Entrambi, messaggio e foto, diffusi dalla Tv satellitare al Arabiya. La voce di Slah Abu Mohammed, che si definisce responsabile media di Al Qaeda per il Maghreb, avverte che il rapimento è una risposta ai «crimini compiuti dal governo italiano in Afghanistan e in Iraq». Pur rivendicando «la linea del riserbo assoluto al fine di tutelare l'incolumità degli ostaggi» (Sergio Cicala,65 anni, e Philomene Kabore,39 anni), il ministro degli Esteri Franco Frattini ritiene «verosimile» lo scenario che si sta delineando, anche se precisa: «stiamo verificando anzitutto l'attendibilità» della rivendicazione. Su un nodo chiave il ministro è chiaro. Non ci sarà nessun «cambiamento» nella politica italiana in Afghanistan perchè «siamo legati a una coalizione internazionale», sottolinea, ribadendo che non si tratta per il rilascio. «Chiunque tratta con i terroristi aiuta i terroristi», sostiene Frattini, e spiega: «non abbiamo nessun contatto diretto con nessun emissario» perchè «se per una volta sola dicessimo "trattiamo", avremmo legittimato un'organizzazione terroristica». La rivendicazione, tuttavia, sembra «troppo intelligente» e il comunicato «troppo sofisticato» rispetto alla situazione di «Al Qaeda nel Maghreb», al sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica. In altre parole forse troppo politica. Mantica pensa invece a un rapimento per soldi; a un «riscatto per il finanziamento della guerriglia». Per quanto riguarda gli spagnoli e il francese, secondo fonti di stampa locali, come già avvenuto in casi simili, ci sarebbero trattative. E i soliti esponenti tribali sarebbero il canale di contatto preferenziale con esponenti di Al Qaeda nel Maghreb islamico. Alla pista terroristica crede la Procura di Roma. Il procuratore aggiunto Pietro Saviotti e il sostituto Giancarlo Amato hanno aperto un'inchiesta per sequestro di persona con finalità di terrorismo, affidando gli accertamenti ai carabinieri del Ros. Agli atti del fascicolo è finita anche la foto, nella quale il volto della moglie di Cicala, originaria del Burkina Faso ma di nazionalità italiana, appare oscurato. In Mauritania, l'11 e il 12 gennaio, arriverà il ministro Frattini. Prima tappa di un viaggio in Africa già programmato da tempo, ma che potrebbe essere cruciale per la liberazione degli ostaggi italiani anche se i tempi sono «imprevedibili».