Abbiamo i terroristi dentro casa
Il pericolo arriva dalla Penisola araba. Lo Yemen nuova roccaforte di Al Qaeda è anche il rifugio di ex detenuti a Guantanamo e campo di addestramento per occidentali convertiti alla Guerra santa. Proprio per proteggere questo nuovo rifugio Al Qaeda è tornata a colpire l'America rivendicando l'attentato di Natale con un messaggio in un forum islamico. Nel testo viene lodata «l'azione eroica del fratello» Umar Farouk Abdulmutallab che, «nonostante non sia riuscito a portare a termine la sua missione, è riuscito a beffare la sicurezza americana portando con sè a bordo dell'aereo un nuovo tipo di esplosivo». Un nuovo fronte della lotta la terrorismo dove gli Stati Uniti sono impegnati da tempo. Dall'ottobre 2000 quando un barchino carico di esplosivo fece quasi colare a picco il cacciatorpediniere USS Cole e uccise 17 marinai. Oggi gli Usa sostengono il governo di Sana'a e quello di Riad per distruggere i covi di terroristi qaedisti. Covi frequentati da giovani stranieri che hanno abbracciato la jihad in Europa o in Africa così come il nigeriano Umar Faruk Abdulmutallab, che ha tentato di far saltare il volo della Delta. Il suo nome era inserito in una black list ma non è stato bloccato. «Il nostro sistema di sicurezza in questo caso non ha funzionato, nessuno finge di essere soddisfatto, è in corso un'ampia revisione delle procedure». Janet Napolitano, segretario per la Sicurezza Interna, ammette le gravi, e preoccupanti, falle nel sistema della sicurezza aerea che hanno permesso ad un uomo, il cui nome era inserito una delle liste di sospetti terroristi, di imbarcarsi, con un regolare visto per gli Stati Uniti in tasca e un potente esplosivo nascosto addosso, il giorno di Natale sull'aereo diretto a Detroit che intendeva fare esplodere. «Quello che forse dovremmo fare è cambiare le regole, decise nel 2006, in base alle quali si decide lo spostamento di qualcuno dalla lista generica Tide ad altre di livello più alto d'allarme? Stiamo valutando tutte queste cose» ha detto ancora il ministro. Per quanto riguarda poi il fatto che il terrorista sia riuscito ad imbarcarsi sull'aereo con nascosto addosso il potentissimo esplosivo Petn, la Napolitano ha scaricato la responsabilità sul fatto che negli aeroporti di imbarco, prima Lagos e poi Amsterdam, mancassero le apparecchiature a tecnologia avanzata necessarie ad individuare questo tipo di esplosivo. Il presiendet Obama ha ribadito di «continuare la lotta contro chi vuole attaccare il nostro paese». Nuove micidali tecniche come quella utilizzata dal nigeriano, esplosivo nascosto nelle mutande, sono messe a punto proprio nello Yemen. Qui operano alcuni ex detenuti a Guantanamo, Abu Sufyan al-Azdi Said al-Shihri attuale segretario generale di Al Qaeda nella Penisola araba, e Hareth Mohammed Al-Awfi ex matricola numero 333 nel carcere speciale di Cuba. Ma ancora più temibili sono quei ventenni, tutti con passaporto britannico, che l'intelligence inglese ha segnalato nel deserto yemenita tra le fila dei terroristi. Qui Al Qaeda ha allestito oltre dieci campi di addestramento mobili: non sono nello stesso posto per più di una settimana. Di origine somala o pakistana, verrebbero istruiti per condurre attacchi in Europa in cinque diversi centri segreti in Yemen. Proverrebbero tutti dai quartieri londinesi di Bradford, Luton e Leytonstone e il loro rientro sarebbe previsto per l'inizio del 2010. La formazione radicale dei 25 sospetti sarebbe avvenuta all'interno di moschee situate nel Regno Unito. Molti di loro, proprio come Abdulmutallab, hanno frequentato l'università, specializzandosi in ingegneria e informatica. Non mancherebbero, tuttavia, i membri di alcune «street gang» londinesi. Del resto lo studente nigeriano, figlio di un banchiere, all'Fbi ha rivelato: «Nello Yemen ci sono molti come me pronti a colpire». E nel mirino ci sono soprattutto gli aerei, obiettivi preferiti da Al Qaeda che sin dal 1995, con il piano Bojnka, progettava di usarli come armi di distruzione contro le città. L'attentato di Detroit ha fatto scattare subito nello Yemen un'offensiva contro le basi di Al Qaeda. Sostenute dai droni della Marina Usa le forze di sicurezza yemenite hanno arrestato 29 uomini sospettati di essere membri di al Qaida e hanno preannunciato altre operazioni contro l'organizzazione terroristica. Il Pentagono spenderà oltre 70 milioni di dollari nei prossimi 18 mesi per l'addestramento e l'equipaggiamento dell'esercito yemenita, delle forze del ministero dell'Interno e di quelle per il controllo delle coste, raddoppiando il budget previsto. Dopo Afghansitan e Iraq si è aperto il terzo fronte della lotta al terrrorismo.