Il Pdl risolve i Casini

L'accordo c'è. Se non fosse che Pier Ferdinando Casini vuole avere prima chiaro il quadro delle alleanze del suo partito in tutte le Regioni dove si voterà a marzo, Pdl e Udc nel Lazio avrebbero già imboccato a braccetto la strada delle elezioni. Renata Polverini, fresca candidata del centrodestra, a Pier Ferdinando l'ha detto nei giorni scorsi: «Sbrigati a chiudere l'accordo, io sto già lavorando, non possiamo aspettare in eterno». Per il momento, però, tutto è «congelato» fino alla ripresa dopo le Feste. E pur avendo già iniziato la campagna elettorale la Polverini si muove con estrema cautela per non fare sgarbi al futuro alleato. Nel primo cartellone apparso in questi giorni a Roma, ad esempio, c'è solo la sua foto senza simboli di partito. Un modo da lasciarsi aperte tutte le soluzioni. E il suo primo comizio, che doveva essere il 21 dicembre a Latina, è stato spostato a dopo le Feste sempre per aspettare che l'accordo con i centristi sia ufficializzato. Infine l'ex leader della Ugl ha «aperto» su tutti i temi cari ai centristi, in particolare sull'introduzione del «quoziente familiare». Insomma i «buoni» motivi per l'alleanza tra Pdl e Udc, come spiega un esponente romano del centrodestra, sono numerosi. Ci sono quelli personali — la Polverini è amica di Casini — e quelli politici. Tra questi il fatto che l'ex leader dell'Ugl ha messo sul piatto un'offerta «golosa» per Pier Ferdinando: la possibilità che il sindaco Gianni Alemanno faccia entrare nella Giunta capitolina un esponente dell'Unione di Centro. In più c'è da considerare che la scelta dell'Udc nel Lazio è legata a filo doppio con quella della Puglia. Perché l'ex presidente della Camera vuole mantenere il suo partito equidistante dal centrodestra e dal centrosinistra. E l'accordo in due Regioni così importanti dovrà per forza mantenere un punto di equilibrio. E se nelle Regione governata da Nichi Vendola ormai è quasi fatto il patto tra i centristi e il candidato del Pd Michele Emiliano, nel Lazio l'alleanza sarà con il centrodestra.   A rafforzare questa decisione c'è anche il fatto che, al momento, l'Udc non sa con chi dialogare nel Pd. Il centrosinistra nel Lazio, infatti, non ha ancora un candidato «ufficiale», dopo la rinuncia del presidente della Provincia Nicola Zingaretti. E attorno al nome di Mario Marazziti, portavoce della comunità di Sant'Egidio non tutti sono d'accordo. E se nel Lazio l'accordo è ormai cosa fatta, più complicata è l'operazione in Campania. Perché né centrodestra né centrosinistra hanno ancora una candidato sicuro. Nel Pdl sono in salita le quotazioni di Stefano Caldoro, mentre nel Pd non si è ancora risolta la lotta tra Antonio Bassolino e il vertice del partito. Il governatore uscente vuole decidere il nome del suo successore senza ascoltare Bersani e D'Alema. Così l'Udc resta ancora in attesa. Ma se alla fine in Calabria i centristi dovessero schierarsi con il Pdl, in Campania l'accordo potrebbe essere fatto con il centrosinistra.