Il Pdl non ne può più: "Per ora dal Pd solo balle"

È ancora duello. Tra i poli il tema delle riforme continua a tenere banco. Tra annunci e smentite, tra finte telefonate e accuse a distanza, il mare tra i due schieramenti continua ad essere agitato. Il presidente del Consiglio annuncia «che il 2010 sarà l'anno in cui verranno fatte tutte le riforme» ma il cammino per ora resta in salita. Lo si capisce anche dal botta e risposta innescato da un'intervista di Dario Franceschini a Repubblica, dove l'ex segretario dep Pd parla di «leggi ad personam». Immediata la raezione del Pdl: «È una balla. Pensino ora a collaborare sulle riforme». Alle parole di Franceschini reagiscono tutti. Dai colonnelli di via dell'Umiltà a vari esponenti del governo. Comincia il ministro dei Beni Culturali, Sando Bondi che si dice sorpreso per le parole di Franceschini: «Stupisce e addolora che un erede della tradizione democratico cristiana come Franceschini cerchi di spegnere sul nascere gli inizi di un possibile confronto sulle riforme, auspicato anche dalla Chiesa Cattolica, sposando le tesi più estreme del dibattito politico e disegnando una posizione alternativa a quella rappresentata da Bersani». Poi assicura: «Noi, comunque, non ci faremo trascinare nuovamente nella rissa e nella contrapposizione politica. Daremo invece fiducia e valore ad ogni posizione volta ad aprire una pagina più positiva nella vita politica italiana».   Niente di vero nelle parole di Franceschini anche per il ministro Rotondi: «Franceschini e una parte dell'opposizione la smettano con questa storia delle leggi ad personam. È una balla». Piuttosto, continua il ministro per l'Attuazione del Programma di Governo, accolgano gli inviti del presidente della Repubblica Napolitano e del presidente del Senato Schifani: «È il momento di dare impulso al tema delle riforme in un clima di confronto civile, come ha sottolineato lucidamente Berlusconi. Senza riforme il Paese è bloccato». Sulla stessa lunghezza d'onda, Fabrizio Cicchitto presidente dei deputati del PdL, che spiega come il dialogo con il Pd non possa essere condizionato dal pacchetto giustizia perché «bisogna fare le opportune distinzioni». È sbagliato, secondo Cicchitto, «considerare legittimo impedimento, lodo Alfano e processo breve delle leggi ad personam: una vita politica normale in questo paese si potrà avere solo quando sarà disinnescato l'uso politico della giustizia». Sulla bozza Violante Cicchitto afferma che si tratta di «titoli sui quali bisogna misurarsi, ma va approfondita nel merito in molti punti. Non dimentichiamo che noi siamo presidenzialisti e che quindi bisogna lavorare molto sui poteri del premier». Sul dialogo sarà importante vedere la direzione che prenderà il Pd guidato da Bersani: «Non c'è più - conclude Cicchitto - lo schiacciamento di Veltroni e Franceschini che subivano l'egemonia di Di Pietro, ma vedo segnali contraddittori nelle prese di distanza dall'Idv». E c'è anche la Lega che con il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli interviene sul tema delle riforme costituzionali. «Ha parlato il presidente della Repubblica, dedicando buona parte del suo intervento alle riforme, ha parlato il presidente del Consiglio e, indirettamente, anche il Santo Padre», sottolinea Calderoli che chiude con una provocazione: «Ma c'è bisogno che scenda un'altra volta Gesù per fare le riforme?»