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Puglia, si candida Emiliano. La sinistra pronta alla rottura

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MicheleDe Feudis BARI Una volta erano amici per la pelle, come Eurialo e Niso. Adesso stanno diventando novelli Caino e Abele. Il sindaco di Bari Michele Emiliano ieri ha inferto un duro colpo alla ricandidatura del governatore Nichi Vendola alla presidenza della Regione Puglia scendendo in campo come suo diretto antagonista: «Accoglierò la decisione del mio partito senza porre condizioni». Domani sarà incoronato come sfidante ufficiale della destra con il placet dell'assemblea regionale del Pd. Eppure solo tre mesi fa il primo cittadino del capoluogo aveva espresso — con un vigore che appare adesso caricaturale — ben altre opinioni: «Sputatemi in un occhio se farò mai il presidente della Puglia. Prometto solennemente: non mi candiderò mai a quel posto. E poi secondo me Nichi non è debole». Sullo sfondo c'è il raffinato lavoro di tessitura curato da Massimo D'Alema per allargare il centrosinistra pugliese all'Udc, anche rimandando gli elettori baresi al voto a solo sei mesi dalla rielezione di Emiliano (ma c'è un leggina regionale in discussione che potrebbe rimandare la consultazione). Angelo Sanza, luogotenente di Casini nella regione, da sempre ostile a sostenere il presidente uscente di sinistra radicale, gongola. «Avevamo proposto - spiega - per primi la candidatura Emiliano. Ora anche il Pd sembra d'accordo. Fino a poco tempo fa permaneva la perplessità dello stesso sindaco su questa eventualità e il suo partito non aveva espresso al riguardo un consenso ampio. Iniziano a venir meno le prime riserve». Il centrosinistra allargato all'Udc è già una realtà in Puglia. «Se il Pd sarà unito con la sua classe dirigente intorno ad Emiliano - incalza Sanza - si apre un percorso che ha come modello l'elezione di Massimo Ferrarese (un esponente di area confindustriale indicato dal partito di Cesa n.d.r.) alla Provincia di Brindisi. Le premesse per allearsi alle prossime regionali ci sono». Senza dimenticare le giunte centristi-Pd a Bari e Foggia. E mentre si manifesta una piccola fronda interna al Pd anti-Emiliano (guidata dall'assessore regionale Fabiano Amati) la reazione della sinistra radicale è furiosa. Nicola Fratoianni, segretario regionale di Sinistra e libertà (Sel), attacca: «Vendola resta candidato. Con ai blocchi di partenza l'attuale governatore ed il sindaco di Bari - analizza - il Pd creerebbe le condizioni per regalare la Puglia al centrodestra. Emiliano, dopo aver elogiato in maniera imbarazzante l'operato della giunta guidata da Nichi, diventerebbe il simbolo dell'incoerenza e della cattiva politica». E le ripercussioni sarebbero nazionali. «Se i democratici impediscono la ricandidatura del leader nazionale di Sel in Puglia - tuona ancora - ne prendiamo atto. È una scelta di rottura. Le conseguenze? Le decideremo nel prossimo consiglio nazionale». E così potrebbe saltare l'alleanza tra sinistra radicale e centrosinistra anche in Lombardia, Calabria e Lazio. Fratoianni, però, lascia aperto uno spiraglio. «Emiliano dice di essere così forte? Allora potrebbe misurarsi con il governatore uscente nelle primarie. Vincerebbe - conclude con un po' di sarcasmo, lanciando il guanto di sfida - e terrebbe unita la coalizione...».

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