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Fiat, investimenti per 8 miliardi ma senzaTermini Imerese

Sergio Marchionne

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Investimenti per 8 miliardi di euro per i prossimi due anni, undici nuovi modelli in arrivo ma la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese. Sono questi i pilastri del piano industriale che l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne ha presentato al governo e ai sindacati in un lungo incontro a Palazzo Chigi. Il Lingotto quindi conferma il blocco della produzione a Termini Imerese a partire da dicembre 2011 perchè, spiega Marchionne, ci sono condizioni di «svantaggio competitivo, difficoltà strutturali e costi eccessivi». Tutto questo porta a considerare che «lo stabilimento è in perdita e non possiamo più permettercelo». L'ad si è però detto disposto a discutere «proposte di riconversione con la Regione Sicilia e i privati». Marchionne ha tracciato un quadro preoccupante del mercato dell'auto. Le previsioni per il settore auto in Italia «ci dicono che i livelli di domanda dovrebbero mantenersi più o meno stabili» ma solo «in presenza di un rinnovo del bonus all'acquisto di vetture ecologiche». Le vendite a fine anno - ha spiegato Marchionne - dovrebbero attestarsi a circa 2,1 milioni di unità, in leggero calo rispetto al 2008». Poi ha precisato che «senza un'uscita graduale dalla fase degli incentivi, le vendite potrebbero precipitare verso la soglia di 1,7 milioni di unità». Quanto alla situazione occupazionale, Marchionne ha spiegato che ogni giorno il 30% dei lavoratori del Gruppo «è stato coivolto in fermate produttive». Dopo aver descritto la situazione del mercato dell'auto nel Paese, Marchionne ha voluto rispondere a quanti «in malafede» continuano ad accusare la Fiat di essere un'azienda che vive degli aiuti pubblici. «La Fiat non è un'azienda assistita dallo Stato in quanto gli incentivi sono stati finanziati dal Lingotto e il credito accumulato dal gruppo è di circa 800 milioni di euro». Ma questa situazione critica non impedisce alla casa torinese di rilanciare. «Abbiamo un piano ambizioso soprattutto in Italia anche se per il 2010 la domanda si prevede stabile» ha sottolineato Marchionne. «Occorre conciliare i costi industriali con la responsabilità sociale: il puro calcolo economico avrebbe conseguenze dolorose che nessuno vuole. Un'attenzione esclusiva al sociale condurrebbe tuttavia alla scomparsa dell'azienda». Il piano «ambizioso» prevede a fronte di 8 miliardi di investimenti, la produzione di undici nuovi modelli che arriveranno sul mercato nel biennio 2010-2011. Tra questi ci sarà la nuova Doblò, la nuova Panda e la nuova Ypsilon. Marchionne ha acceso i riflettori su Pomigliano, l'impianto più penalizzato per l'assenza di incentivi. «Lo stabilimento così non può reggere. Abbiamo già investito 100 milioni di euro, ma non sono serviti per sanare la sovraproduzione» ha detto Marchionne, secondo il quale bisogna destinare a Pomigliano la produzione della futura Panda. A Mirafiori e Melfi confermati i modelli attuali, Cassino aggiungerà la Giuletta. A fronte di questo scenario il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola ha detto che convocherà al più presto un tavolo tra la Fiat e i sindacati per approfondire il piano industriale. ha quindi evidenziato che la casa torinese «pone al centro l'Italia, come dimostra la crescita della produzione ad un milione di vetture».  

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