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«Non solo giustizia. Dibattito sull'economia»

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«InItalia il dibattito ruota attorno alle riforme istituzionali ma sono sicuro che se si apre il dialogo, i temi del lavoro non possono restare fuori da una nuova stagione riformatrice. L'opposizione deve essere responsabile ma la maggioranza deve essere aperta». Giuliano Cazzola, vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, ci tiene a dire che la richiesta di Bruxelles non coglie l'Italia impreparata. «Anzi, noi sul fronte delle riforme abbiamo fatto tanto per fronteggiare la crisi». Prima le riforme istituzionali e poi quelle sociali e del lavoro o si si può procedere su tutte e due i fronti contemporaneamente? «Io credo che se si arriverà a un dialogo tra maggioranze e opposizione non si potranno escludere le riforme economico sociali perchè come ha detto D'Alema, la riforma degli ammortizzatori sociali sono un obiettivo prioritario». La maggioranza è pronta a questa richiesta? «Il governo, come ha detto il ministro Sacconi, è orientato a mettere in cantiere, passata la fase dell'emergenza, le riforme economico sociali». In che tempi? «Dopo le elezioni regionali il governo presenterà lo Statuto dei lavori insieme alla riforma degli ammortizzatori sociali. Lo statuto individuerà i soggetti delle riforme e gli ammortizzatori serviranno a tutelare questi soggetti. Sacconi ha indicato come platea non solo i subordinati classici ma anche quei collaboratori che dipendono da un solo committente. Quindi una fascia diversa, con soggetti più deboli. ma in cantiere ci sono altre riforme». Quali? «Nel collegato alla Finanziaria sul lavoro che la Camera varerà entro gennaio ci sono due riforme importanti: quella dei lavori usuranti attraverso una norma in delega che riapre i termini di quella del governo Prodi. In questa c'è anche la riforma del processo del lavoro; e poi c'è una riforma degli ammortizzatori sociali che riapre, anch'essa, i termini di quella del governo Prodi. Sacconi userà questa delega per fare la riforma». C'è una lista ipotetica di priorità? «Occorre estendere le coperture alla fascia debole del lavoro. Sono tagliati fuori i dipendenti a termine e i collaboratori. Il 70% dei nuovi disoccupati ha meno di 34 anni. Mentre il lavoro dipendente classico ha tenuto, c'è stato un forte calo dei contratti a termine pari all'8%. C'è poi la formazione. Sacconi ha detto che metterà due miliardi e mezzo alla formazione professionale. In commissione lavoro dopo la pausa natalizia licenzieremo all'unanimità una proposta di legge delega sulla formazione professionale».

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