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I nostri 007 in Mali. Vertice con gli spagnoli

Ignazio La Russa

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Lavorano in silenzio. E per questo sono spesso maltrattati perché non si capisce cosa facciano. I nostri agenti segreti sono sempre in prima linea. In queste ore in Africa collaborano con i colleghi francesi e spagnoli per risolvere il sequestro della coppia di italiani e dei tre cooperanti iberici. E proprio domenica nella capitale del Mali, Bamako, si sarebbe tenuta una riunione tra i responsabili militari dei paesi del Sahel con la partecipazione di intelligence dei paesi occidentali direttamente interessati. I servizi italiani sono presenti nelle zone dove ci sono interessi diretti dell'Italia. Un cospicuo numero di 007 è in Afghanistan e Libano dove forte è la presenza delle truppe italiane. Sorvegliano l'Africa occidentale del Golfo di Guinea e il Kenia. Meno presenti in Sud America. Certamente anche la nostra intelligence ha subito la scure della Finanziaria. E non da oggi. La riduzione di fondi ha costretto a rivedere il numero degli agenti sparsi per il mondo. Del resto il lavoro di contatto con gli alleati permette di coprire alcune aree a vantaggio di altre. Ma l'argomento del giorno è la «riforma della riforma» che riguarda soprattutto il nostro servizio «esterno». Al passo indietro rispetto alla nuova organizzazione che qualcuno paventa, ovvero il ritorno alle dipendenze della Difesa dell'Aise c'è l'ipotesi di creare un altro servizio ad hoc per le missioni militari internazionali. Un'«agenzia» che assorbirebbe il Ris, il servizio di intelligence delle Forze armate. Un'ideuzza che il ministro della Difesa La Russa medita da tempo. «Se dovessi fare un pensierino di Natale credo che un servizio di sicurezza, di intelligence strettamente militare, che una volta c'era e adesso non c'è più, oggi potremmo immaginare di riproporlo nel corso del 2010», così il ministro La Russa ha dato corpo all'idea approfittando degli auguri di Natale con la stampa. «Quando siamo nelle missioni internazionali - ha spiegato il ministro della Difesa - l'azione di intelligence viene svolta dall'Aise, che non risponde direttamente alla Difesa. Per cui un servizio specializzato per le missioni internazionali potremmo anche immaginarlo». E anche il ministro Maroni vorebbe recuperare il controllo sull'Aisi. Ma per ora va avanti la riforma votata da entrambi nel 2007 gli schieramenti e che vede l'esecutivo controllare direttamente tutta la struttura. La via della modernizzazione e dell'efficenza è imboccata. Così l'avvio del reclutamento on-line ha visto in 18 giorni oltre diecimila contatti e ben 7300 curricula presentati per «servire il Paese» come agente segreto. Servizi segreti mai sereni in patria come all'estero. Così come il presidente Napolitano ha sottolineato con un briciolo di ironia nel fare gli auguri ai militari impegnati all'estero. Giorgio Napolitano, in videoconferenza dal Comando Operativo Interforze conversando con alcuni militari impegnati in Afghanistan ha sottolineato che: «non è sempre facile essere sereni, nemmeno in Italia, siatelo sempre voi in Afghanistan». Dal presidente della Repubblica un'eseortazione alle donne con le stellette di «moltiplicarsi al comando».

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