Avere fiducia nonostante i precedenti
Per essere giunto alla determinazione di chiederne il cambiamento (e non è la prima volta) significa che il disagio istituzionale s'è fatto assai forte. Ha ragione, Napolitano, anche a chiedere che sia affrontato il capitolo della giustizia, che è negata agli italiani e ci espone sempre più ad un doloroso imbarazzo internazionale. Ha ragione, infine, ad auspicare che tutto ciò avvenga nel modo più condiviso possibile. È quello che abbiamo chiamato: clima costituente. Qualche sintomo confortante c'è. Nelle parole di D'Alema, come sottolineavamo ieri, come nelle risposte giunte dalla maggioranza, con Frattini e Tremonti. L'esperienza passata, purtroppo, non è delle più confortanti, ma non per questo si deve desistere. Anzi, si deve lavorare con maggiore impegno. Il quesito è: cosa succede se quella condivisione si dimostra claudicante, o inesistente? Cosa, se le forze politiche, per ragioni interne agli schieramenti, preferiranno lo scontro alla collaborazione? In quel caso non viene meno né l'urgenza né la rilevanza delle riforme da farsi. Non deve venire meno il rispetto della Costituzione. La strada è tracciata dall'articolo 138. Sta all'opposizione consentire riforme condivise. Sta alla maggioranza utilizzarlo senza poi abbandonarne, com'è accaduto, il risultato. Occorre correttezza e trasparenza, da ambo le parti.