Anche l'Ue chiede riforme "Indispensabili alla ripresa"

Oramai non è più solo una richiesta della politica. Anche l'economia reclama l'avvio di una stagione di riforme senza le quali la ripresa potrebbe non avere l'impulso atteso. Così mentre tra Pdl e Pd sono partite le prove di dialogo, la Commissione europea irrompe nel dibattito e sollecita «riforme strutturali» per gettare le basi di una ripresa «solida e durevole». La situazione di difficoltà sembra alle spalle, la «grande recessione» è finita con il terzo trimestre del 2009 ma le prospettive restano «incerte». E questa incertezza è data dal fatto che l'uscita dal tunnel della crisi è stata possibile grazie agli aiuti massicci degli Stati e delle banche centrali. Nel momento in cui tali aiuti «dovranno essere ridotti», le banche saranno costrette «ad accrescere il loro livello di prestito all'economia». Queste le parole che si leggono in un rapporto della Commissione europea che conferma le incertezze sul futuro dell'economia globale. L'esecutivo comunitario indica come priorità un'attenta politica volta «a stimolare la ricerca e l'innovazione, la concorrenza e il capitale umano». Resta quindi confermata una ripresa dell'economia nella seconda metà dell'anno che si sta per concludere «ma nonostante ciò sull'insieme del 2009 il Pil (dell'eurozona) si ridurrà del 4%, un dato - scrive ancora la Commissione - che rappresenta il peggior calo della produzione dalla Seconda guerra mondiale». Il segnale che l'economia sta uscendo dalla crisi è l'aumento, nel terzo trimestre, delle esportazioni che la Commissione definisce «il principale fattore di ristabilimento della crescita». Migliorano anche gli inventari. Vanno male invece i consumi della famiglie che hanno segnato un calo «a causa del deterioramento del mercato del lavoro». Questo mix di fattori dal segno contrastante, inducono gli analisti dell'esecutivo comunitario, a dire che «le prospettive economiche dell'eurozona restano incerte». La preoccupazione maggiore è rappresentata dall'andamento della disoccupazione «cresciuta al 9,6%» anche se «resta inferiore a quanto si temeva» grazie alla misure messe in piedi quali «gli orari di lavoro flessibili, la disoccupazione parziale, le chiusure temporanee». Agli inizi del 2010 la Commissione si riserva dunque di presentare «nuove proposte per una nuova strategia di coordinamento delle riforme strutturali che seguirà a quella di Lisbona». Sempre nella prospettiva di favorire la ripresa, Bruxelles si è posto come obiettivo da realizzare entro il 2013, di arrivare alla totale apertura alla concorrenza delle reti di vendita di autoveicoli in Europa dicendo basta alle deroghe alle regole Ue di cui hanno finora beneficiato le intese tra case costruttrici e rivenditori. Il commissario alla concorrenza Neelie Kroes ha invece prospettato un prolungamento delle deroghe previste per gli altri comparti chiave del settore automobilistico, quelli cioè che si occupano dell'assistenza e delle riparazioni, nonchè della vendita di pezzi di ricambio.