"Riforme, non c'è ancora un clima propizio"
"Guardiamo con ragionevolezza allo svolgimento di questa legislatura che è ancora nella fase iniziale. Non si paventino complotti che la Costituzione e le sue regole rendono impraticabili contro un governo che goda della fiducia della maggioranza in Parlamento". Lo ha detto il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, durante i saluti alle alte cariche dello Stato al Quirinale. Il presidente della Repubblica ha sottolineato la necessità di ancorare "il gioco politico democratico alla stabilità delle istituzioni". "Facciamo affidamento - ha sottolineato - sulle garanzie che esse offrono. Raccogliamo un sentimento diffuso tra gli italiani rivolgendoci più serenamente ai problemi del Paese e del mondo d'oggi, alle soluzioni concrete e alle riforme di cui l'Italia ha bisogno". Infine, è l'esortazione di Napolitano, "prepariamoci a rappresentare, tracciando il bilancio di 150 anni di unità, l'immagine di una nazione più consapevole di sè, delle sue risorse e della sua missione. E' questa la responsabilità che noi condividiamo operando nelle istituzioni della Repubblica". Napolitano insiste anche sul tema delle riforme. "Quella della più larga condivisione - spiega - è la strada maestra per realizzarle, ed è una strada percorribile". Anche se, sottolinea Napolitano, purtroppo, "ancora non si vede un clima propizio nella nostra vita pubblica, una consapevolezza comune a maggioranza e opposizione in Parlamento: che dovrebbe abbracciare egualmente l'aspetto del funzionamento e della riforma delle istituzioni". Il capo dello Stato ha fatto riferimento anche a quanto accaduto una settimana fa a piazza Duomo a Milano. "Ci incontriamo oggi - ha detto - a breve distanza di tempo dalla brutale aggressione a presidente del Consiglio, al quale rinnovo i sensi della mia solidarietà personale e istituzionale e fervidi auguri di pronto ristabilimento. E' stato un fatto assai grave, di abnorme inconsulta violenza, che ha costituito motivo non solo di profondo turbamento ma anche di possibile (ne abbiamo visto i primi segni) ripensamento collettivo". Napolitano ha dunque ricordato il suo appello di qualche giorno fa a fermare "la spirale di una crescente drammatizzazione delle polemiche e delle tensioni tra le parti politiche e tra le istituzioni". "Un richiamo - ha osservato - dettato anche dal dovere di prevenire ogni degenerazione verso un clima di violenza. Dovere cui nessuno può sottrarsi specialmente dopo quel che è accaduto a Milano il 13 dicembre".