Quei segnali che inducono all'ottimismo
Oppure può essere il segno di qualcosa di buono che avanza. Rutelli lascia perché ha avuto quel ruolo in quota Pd (di cui è stato co-fondatore, in quanto leader della Margherita), ma ora si è messo fuori dal partito, scegliendo un percorso, diciamo così, meno di sinistra. Quindi è giusto che un esponente del Pd (c'è chi dice D'Alema) ne prenda il posto. Tutto scontato dunque? Si potremmo dire. Oppure no, perché le dimissioni sono gesto raro e mai banale nella politica italiana. Ci piace quindi interpretare questo atto di Rutelli come in piena sintonia con quella stagione di Rispetto e Riforme che vorremmo presto vedere, chiudendoci alle spalle l'altra stagione, quella dell'insulto e dell'odio, che ha prodotto tra i suoi frutti malati anche l'aggressione a Berlusconi di domenica scorsa. Non è stupido romanticismo. È l'ottimismo della volontà.