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Quando il provincialismo fa male a sport e sviluppo

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Giustificabilianche i timori di Monza che, in tempi ormai lontani, aveva dubitato, sbagliando, di avere ancora in futuro la titolarità del Gp d'Italia che si svolge ormai da una vita nella prima settimana di settembre nel prestigioso autodromo alle porte di Milano e che nessuno vuole toccare. Ma una volta stabilito e ufficializzato, dagli organizzatori del Gp di Roma ma anche dalle istituzioni della capitale, la «non concorrenza» con la gara di Monza rispetto alla quale la gara dell'Eur non si pone come alternativa, ma bensì quale seconda gara da svolgersi in Italia, tutto il resto è fuffa. Anzi, è voglia di farsi pubblicità, è astio ingiustificato nei confronti di connazionali (forse un po' terroni per i brianzoli?) e di una città che era, è e sempre sarà la capitale d'Italia. Resta quindi difficile giustificare le dichiarazioni, assolutamente fuori luogo di tale (?) Marco Mariani che altro non è che il sindaco di Monza. Ma come si fa a dire che questo «è l'ultimo atto di arroganza di una capitale parassita che da 2000 anni vive togliendo l'ossigeno alle altre citta»? Non solo è un'affermaziona anacronistica e assolutamente infondata, ma anche un'espressione di ignoranza che fa male a tutto il movimento sportivo italiano, autodromo di Monza compreso, e agli sforzi che questo Paese sta facendo per cercare di restare nel gotha dello sport mondiale candidandosi anche alle Olimpiadi del 2020. Forse, almeno quelle, il buon (?) Mariani e tutto il codazzo che lo ha seguito a ruota in questa polemica inutile e senza costrutto, consentiranno si possano svolgere nella capitale d'Italia. Ma non si può mai dire... Tiz.Car.

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