Wojtyla e Pacelli verso gli altari
Pio XII e Giovanni Paolo II sono da oggi venerabili. Benedetto XVI ha firmato il decreto delle virtù eroiche dei due Papi, per i quali si spiana la strada della beatificazione. Quello che serve, è un miracolo riconosciuto e avvenuto per loro intercessione. Per Giovanni Paolo II, sembra ormai questione di pochissimo: è stata individuata una suora francese guarita dal morbo di Parkinson. Più difficile la situazione di Pio XII. E non solo per l'apparente difficoltà di trovare miracoli riconosciuti da attribuirgli. Il mondo ebraico ha spesso duramente contestato Papa Pacelli per il suo "silenzio" sulla Shoah durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma, anche da parte ebraica, c'è chi non ha mancato di notare come, dietro un presunto "silenzio", Pio XII fece una grande attività di rifugio in conventi e monasteri per gli ebrei perseguitati. Proprio per questo, Benedetto XVI ha congelato la firma del decreto sulle virtù eroiche del suo predecessore, pronto dal 2007, per un supplemento d'indagine. Sono venerabili, insieme ai due Papi, altre otto persone, tra le quali il sacerdote polacco Jerzy Popieluszko, martirizzato sotto il regime comunista: per lui, la beatificazione è vicina, in giugno, durante una celebrazione che si terrà a Varsavia. Diversi, invece, sono stati i percorsi verso la beatificazione dei due Papi: molto accidentato quello di Pio XII, il cui processo di canonizzazione è stato avviato addirittura da Paolo VI nel 1965; velocissimo, quello di Giovanni Paolo II: il 28 giugno 2005 (appena tre mesi dopo la morte) l'allora vicario di Roma Camillo Ruini dichiarò aperta la causa; e già nel 2007, lo stesso Ruini poteva dichiarare conclusa la prima fase diocesana del processo di beatificazione. La cerimonia di beatificazione avrà luogo a Roma, quasi certamente ad ottobre del 2010. Non si può invece prevedere quando Pio XII sarà portato agli altari. Ma, se il Papa è così deciso a portarlo agli altari, è certo che c'è la possibilità di rispondere documento per documento alle polemiche. Un rigore che il Papa ha testimoniato di fronte ai membri della Congregazione per le Cause dei Santi, definendo con precisione i tempi e l'iter di ogni processo di canonizzazione. «In un primo momento - ha spiegato il Papa - il Popolo di Dio è invitato a guardare a quei fratelli che, dopo un primo accurato discernimento, vengono proposti come modelli di vita cristiana; quindi, viene esortato a rivolgere loro un culto di venerazione e di invocazione circoscritto nell'ambito di Chiese locali o di Ordini religiosi; infine è chiamato ad esultare con l'intera comunità dei credenti per la certezza che, grazie alla solenne proclamazione pontificia, un suo figlio o una sua figlia ha raggiunto la gloria di Dio, dove partecipa alla perenne intercessione di Cristo in favore dei fratelli».