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«Inaudito rincorrere sempre l'idea del complotto»

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Nonbastava che il leader dell'Udc accusasse il premier di seminare odio e veleno. Ora, mentre tutti si riempiono la bocca di appelli contro il clima di violenza, spunta in Internet la tesi dell'auto attentato. Tutte illazioni senza fondamento per il vicecapogruppo del Pdl al Senato Gaetano Quagliariello che evidenzia come «nel Paese esiste una piccola frangia di anti berlusconiani che non accettano il fatto che il premier possa essere una vittima anche quando viene colpito». Senatore Quagliariello, allora, comunque vadano le cose, Berlusconi è sempre additato come complottista? «Certo, ma la prego, non diamo troppa importanza a queste ipotesi. Se ricorda anche quando c'è stato l'attentato alle Torri Gemelli l'11 settembre del 2001 c'è chi ha sostenuto che fosse una tragedia sponsorizzata dalla Casa Bianca. Una cosa inaudita come lo è questo voler continuare a rincorrere necessariamente la linea del complotto pianificato a Palazzo Chigi». Il clima d'odio quindi continua? Allora ha ragione Casini a dire che c'è troppo veleno e che è tutta colpa del governo? «Un'assurdità. Una dichiarazione ingenerosa. A leggerla con occhi attenti, però potrebbe essere giustificata dal fatto che il leader dell'Udc ha in mente una strategia ben definita». Ovvero? «Rompere con il Pdl da una parte e al tempo stesso fare in modo che tale rottura non significhi lo sfascio del sistema. Una strategia dettata dalla paura di Casini di vedere il Paese andare a pezzi nel momento in cui si colpisce Berlusconi». Siamo già arrivati quindi a ragionare sul dopo Berlusconi? «Questa è l'ossessione di Casini. Ma lui, che è un politico esperto, dovrebbe saperlo che nella vita politica, se si pensa al dopo, vuol dire che si è già archiviato il presente. Mentre il nostro presente è governare. Casini, inoltre, sbaglia a ritenere il Pdl un sottoprodotto del berlusconismo. Il Pdl sta crescendo e sarà un elemento stabile della vita politica italiana». Non crede che Casini, attaccando il premier, voglia in realtà metterlo in guardia dal non pensare ad elezioni anticipate? «Nessuno vuole elezioni anticipate. Queste potrebbero derivare solo dallo sfascio del sistema. Proprio per questo vorrei dare un consiglio a Casini: piuttosto che pensare al dopo cerchiamo di allacciare i fili tra Pdl e Udc che ci sono dati dalla comune appartenenza al popolarismo europeo». Ma sarà possibile raggiungere degli accordi prima delle Regionali? «Le Regionali sono elezioni particolari nelle quali valgono anche le contingenze locali e i nomi dei candidati presidente. Abbiamo preso atto che l'Udc non vuole un accordo totale. Cerchiamo però di sviluppare un rapporto almeno laddove abbiamo fatto opposizione insieme a giunte di sinistra fallite. Prima di tutto in Calabria, Puglia, Campania e Lazio». Per quanto riguarda i rapporti con la Lega invece? «La Lega è una forza popolare radicata in una parte del territorio. Va contenuta e in qualche caso va operata una sana conflittualità. Ma non può essere criminalizzata». Ale.Ber.

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